Le intelligence israeliane, statunitensi e di Egitto e Qatar si trovano nella capitale francese per cercare un accordo sul futuro del conflitto. Il segretario delle Nazioni Unite Guterres chiede sostegno per l’Unrwa dopo le polemiche
Michele Raviart – Città del Vaticano
C’è attesa a Parigi per l’incontro di questa sera tra i vertici dei servizi segreti israeliani, il direttore della Cia Burns e l’intelligence egiziana e qatariota. Sul tavolo una possibile intesa sugli ostaggi ancora in mano ad Hamas e un eventuale cessate il fuoco. Il summit non è stato confermato ufficialmente, ma il New York Times ha definito “imminente” un accordo per la liberazione di cento ostaggi in cambio di due mesi di sospensione delle operazioni di attacco. Una circostanza tuttavia smentita dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui in Francia ci sarebbe solo un incontro interlocutorio per definire un punto di partenza per avviare i colloqui.
Guterres: chiediamo continuità per l’Unrwa
Intanto continuano le polemiche riguardo l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi, accusata da Israele di avere come dipendenti dodici persone sospettate di essere coinvolte negli attacchi di Hamas del sette ottobre scorso, quando furono uccisi oltre 1100 cittadini israeliani. Dopo Stati Uniti, Italia, Regno Unito e altri Paesi occidentali, anche la Germania ha sospeso i finanziamenti all’Agenzia. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha chiesto ai Paesi donatori di “garantire continuità” all’Agenzia, che fornisce aiuto a due milioni di palestinesi a Gaza. Guterres si è detto inorridito dalle accuse e ha confermato che nove dei sospettati sono stati licenziati, uno è morto, mentre l’identità degli altri due è ancora in fase di chiarimento.
Oltre 26 mila morti a Gaza
Nuovi attacchi israeliani stanno intanto colpendo Khan Younis, nel sud della Striscia, mentre il bilancio delle vittime fornito dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, è arrivato a 26.422. Dopo 114 giorni di combattimenti, è l’analisi del Wall Street Journal, l’80% dei tunnel usati dai jihadisti sarebbe ancora intatto.