Fusarelli: Ucraina, centenario francescano e sinodo, ecco l’impegno dei miei frati

Vatican News

In una lunga intervista, fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, accende i riflettori su alcune linee di azione pastorale in tutto il mondo. Al centro, soprattutto, l’attenzione alle vittime della guerra: “Le nostre case accolgono tutti, e per ogni sofferenza c’è una parola di conforto. Le storie che ho ascoltato mi hanno toccato il cuore”

Federico Piana- Città del Vaticano

I viaggi in Ucraina per andare a sostenere i suoi frati impegnati nell’accoglienza e nell’aiuto alle vittime della guerra, le iniziative in preparazione dell’ottavo centenario dalla morte di San Francesco che si celebrerà nel 2026 e il contributo al cammino sinodale. Fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori (OFM), racconta l’azione pastorale del suo istituto religioso concentrandosi su queste tre linee d’intervento che coinvolgono i suoi confratelli in tutto il mondo.

Curare ferite di guerra

“Era aprile dello scorso anno, durante il periodo della Settimana Santa, quando, per la prima volta, mi sono recato al confine tra Ucraina e Romania” spiega Fusarelli, ricordando che l’occasione fu “una preghiera ecumenica ed interreligiosa per la pace, un momento molto forte, con il quale si volle ricordare che le religioni non possono mai giustificare la guerra”. La missione di Fusarelli è poi proseguita nei periodi successivi con la visita alle strutture francescane che ospitano le vittime del conflitto: “Sono andato in due nostre case, luoghi dove i miei fratelli, grazie ai contributi che ci arrivano da tutto il mondo, possono aiutare a curare le ferite di intere famiglie, singoli, giovani, anziani”.

Ascolta l’interista a Fra Massimo Fusarelli

Storie di vicinanza

Le storie che Fusarelli ha raccolto, toccano il cuore. “Con alcune delle vittime – racconta – non ho parlato, mi è bastato solo uno sguardo, chi ha subito violenza non parla tanto facilmente. Però la mia presenza, l’essere lì e far sentire la mia vicinanza, li ha commossi”. Ci sono poi due incontri che lo stesso Fusarelli definisce molto profondi, a tal punto da “conficcarsi nella mia anima e non uscirne più”. “In un comune dell’Ucraina del sud – è il ricordo – ho incontrato un adolescente che era totalmente annichilito e rannicchiato per terra nel suo tappetino, non proferiva parola. Sua sorella mi ha raccontato che aveva subito violenza dai soldati russi e che forse da quel momento era rimasto come stordito, perso. Nella stessa palestra adibita a dormitorio ho poi visto una vecchina dal volto rugoso e piagato che accanto a sé non aveva nulla, se non una busta di plastica e una gabbietta con un piccolo pappagallo. Gli operatori mi hanno detto che era l’unico affetto che le rimaneva. Mi ha commosso il suo sorriso: dolorante ma luminoso”.

Il centenario diffuso

Fusarelli si sofferma poi sulle celebrazioni del Centenario Francescano che si svilupperanno dal 2023 fino al 2026, anno in cui si festeggerà l’ottavo centenario dalla morte del santo di Assisi: “In questi quattro anni, ripercorreremo gli ultimi anni della vita di Francesco. Quest’anno, celebreremo l’approvazione definitiva della Regola ed il Natale di Greccio. Nel 2024 ricorderemo gli ottocento anni dalle stimmate del santo, mentre, nel 2025, Anno Santo, ci soffermeremo sul Cantico di Frate Sole, il Cantico delle Creature. Nel 2026 sarà la volta del ricordo del transito, della Pasqua di San Francesco”. Il ministro generale dell’OFM spiega anche che questa memoria degli ultimi anni di San Francesco non “dovrà essere innocua, non cerimoniosa, bensì aiuterà a comprendere come possiamo parlare, oggi, del carisma francescano e quali segni possiamo lasciare al mondo moderno”.

Sinodo ‘francescano’

Per quanto riguarda la preparazione al sinodo, Fusarelli entra nel dettaglio. “Molti francescani delle diocesi del mondo – precisa – sono coinvolti nelle commissioni e nei cammini sinodali delle varie Chiese locali. Dall’Africa al Nord America ho ascoltato testimonianze molto interessanti su questo. Ma, subito dopo la mia elezione a ministro generale, ho fatto una proposta: creare anche per noi un cammino sinodale con l’idea di metterci in ascolto degli altri per capire dove stiamo andando e come siamo percepiti. E per ‘altri’ intendo non solo i nostri laici, religiosi e consacrati ma anche chi non è della nostra cerchia. Credo che questo sia il vero spirito sinodale”.