Antonella Palermo – Città del Vaticano
Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, oggi il Papa ha ricevuto circa 400 rappresentanti della rete di farmacie Apoteca Natura, un circuito che si prende cura delle persone nel rispetto della fisiologia dell’organismo e dell’ambiente. L’occasione è per Francesco di esprimere anche una preoccupazione di fronte alla quale il contributo delle farmacie, dice, può essere molto utile: “la figura del medico di famiglia è quasi scomparsa, e il rischio è che, per privilegiare le ‘eccellenze’, si trascuri la buona qualità dei servizi sanitari territoriali”
Apoteca natura: “un’intuizione integralmente ecologica”
L’esperienza di ricercare in natura le risposte ai problemi di salute risveglia in Papa Francesco il pensiero all’Amazzonia (“non alle stregonerie dell’Amazzonia”, precisa) e a tutte quelle popolazioni autoctone depositarie di ricchi patrimoni di terapie naturali; il rischio, dice, è che questi si perdano “se si estinguono le culture originarie”. Così aggiunge, in parte a braccio:
Le culture originarie hanno questo atteggiamento, sempre, con il Creato, con l’ambiente, del ‘ben vivere’, che non è la dolce vita o passarla bene: no. È l’armonia del vivere della persona, della famiglia, del popolo con il Creato. Vedo nel vostro lavoro un positivo segno dei tempi: un modo creativo di fare impresa e di generare occupazione a partire da un’intuizione integralmente ecologica, un’intuizione che risponde all’esigenza prioritaria oggi di ritrovare una nuova armonia tra noi esseri umani e il creato.
Le farmacie possono compensare certe carenze
L’altra felice intuizione su cui si sofferma è il tentativo di sviluppare un rapporto personalizzato con la gente del territorio, una certa capacità di ascolto per poter consigliare, orientare… Investire su questo aspetto è una peculiarità di questa rete di farmacisti, che secondo il pontefice “è molto importante nell’ottica di un’assistenza sanitaria di base”.
Purtroppo, per vari motivi, la figura del medico di famiglia è quasi scomparsa, e il rischio è che, per privilegiare le “eccellenze”, si trascuri la buona qualità dei servizi sanitari territoriali; oppure che questi risultino talmente burocratizzati e informatizzati, che le persone anziane o poco istruite si trovino di fatto escluse o emarginate. Ovviamente le farmacie non possono supplire a ciò che compete al servizio sanitario nazionale, ma possono senz’altro venire incontro a un bisogno reale della gente compensando certe carenze.
Armonia e cura
Papa Francesco fa riferimento a quel concetto di “armonia” che dice gli sta molto a cuore poiché ha anche un alto valore teologico e spirituale; “lo Spirito Santo è Egli stesso Armonia”. Il creato è armonia, “e, pur essendo intimamente segnato dal male che lo ha inquinato, aspira sempre al bene e all’armonia”. Cita San Paolo ai Romani laddove tocca questo tema: «la creazione è stata sottoposta alla caducità» ed essa stessa «geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi». Poi rimarca:
Oggi, in un mondo che è globalizzato e interconnesso, appare ancora più evidente il confronto tra due culture: la cultura del consumismo e dello scarto – è una cultura: ambedue vanno insieme, cultura del consumismo e dello scarto – che è una forma di nichilismo e poi la cultura della cura, dall’altra parte. E dobbiamo scegliere: non c’è un’altra possibilità di andare avanti!
Il grido della terra e dei poveri chiede scelte responsabili
Il Papa scandisce: “Oggi non ci è concesso di rimanere neutrali. Si impone una scelta, perché il grido della terra e il grido dei poveri chiedono responsabilità. Rispondere”. Ricorda l’enciclica Laudato si’, un appello a tutta la Chiesa e a chiunque ad assumere con consapevolezza e decisione l’atteggiamento della cura, testo che si ispira a una logica e a uno stile di vita adatto proprio al lavoro portato avanti dai farmacisti a cui si rivolge oggi. Da qui l’invito con Francesco conclude:
Ciascuno, nel proprio ruolo, può contribuire a diffondere la cultura della cura. Ringrazio voi per quello che fate, a partire dal vostro campo di lavoro, cercando anche di dare un apporto concreto per far crescere un’economia diversa, un’economia centrata sulla persona e sul bene comune.