Michele Raviart – Città del Vaticano
“Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani”. Con questo tweet sull’account @Pontifex Papa Francesco ha ricordato la giornata internazionale contro gli abusi sugli anziani, che si celebra oggi su iniziativa delle Nazioni Unite. Un fenomeno aumentato durante la pandemia, quando a causa delle restrizioni, molte persone anziane sono rimaste sole e più vulnerabili.
La solitudine aumenta il rischio abusi
“Sicuramente la pandemia ha accentuato quello che crediamo sia la grande fonte degli abusi sugli anziani cioè la solitudine”, ha spiegato a Vatican News Vittorio Scelzo, responsabile della pastorale degli anziani per il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. ”Più gli anziani sono soli e più possono essere vittima di abusi”, sottolinea. “Purtroppo la pandemia ci ha abituato a pensare che essere soli sia normale, ma essere soli non è normale per nessuno e non è accettabile per gli anziani. Il Papa lo ha detto tante volte: non possiamo lasciare gli anziani soli ed è chiaro che più loro vivono nella solitudine più possono essere vittima di abusi. Più c’è cultura dello scarto e c’è abbandono degli anziani e più gli anziani possono essere vittima di abusi”.
“Ogni anziano solo è tuo nonno”
Come denuncia la Società italiana di gerontologia e geriatria, citando uno studio degli Stati Uniti, un over 65 su cinque ha subito abusi in questi mesi, con un aumento dell’84% rispetto al periodo precedente alla pandemia. In particolare sono più che raddoppiate le truffe finanziarie e più che triplicati i maltrattamenti fisici, la maggior parte dei quali avviene tra le mura domestiche ad opera di persone di fiducia. “Gli abusi fisici, i maltrattamenti fisici sugli anziani non avvengono semplicemente nelle case”, sottolinea ancora Scelzo, “ma avvengono laddove gli anziani non sono vigilati dalla famiglia e questo è un compito importante di ogni famiglia, quello di verificare la condizione nella quale i propri anziani vivono, ed è un compito importante per la comunità cristiana, cioè quello di vigilare sugli anziani che non hanno una famiglia e di essere famiglia per quegli anziani che sono soli”. In questo senso, ribadisce Scelzo, “l’insistenza del Papa nel chiamare ‘nonni’ gli anziani è proprio l’idea che gli anziani devono stare in famiglia. Il Papa sa bene che gli anziani non vivono sempre in famiglia e sa bene che molti anziani non sono nonni, ma ‘ogni anziano solo è tuo nonno’, ha detto l’estate scorsa e nell’Angelus del 26 luglio”.
Il 25 luglio la prima giornata mondiale indetta dal Papa
Ad un anno di distanza, per il prossimo 25 luglio e a dimostrazione ulteriore dell’attenzione del Papa su queste persone, Francesco ha indetto la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, in occasione della memoria dei Santi Gioacchino ed Anna. “L’avvicinamento procede a grandi passi”, spiega ancora Vittorio Scelzo, “sarà una grande occasione per mettere i nonni al centro delle nostre comunità. Noi speriamo e ci auguriamo che in ogni comunità, in ogni parrocchia, in ogni diocesi si celebri una liturgia, una Messa con gli anziani al centro e che in quell’occasione i giovani vadano ad incontrare gli anziani. Adesso in tante parti del mondo questo si può fare adesso. Quindi sarà un’occasione anche per dire che la solitudine che nella pandemia c’è sembrata ineluttabile, per i cristiani è normale stare insieme, stare insieme intorno il Signore, intorno alla mensa eucaristica ci devono stare giovani e anziani insieme”. “La visita – conclude – sarà uno dei tratti di questa giornata”. “Andate a trovare gli anziani più soli, andate a trovare i vostri nonni: questa la richiesta che noi come Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, facciamo in occasione della celebrazione di questa prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani”.