Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Pauline Jaricot amava dire che la Chiesa è di sua natura missionaria e che quindi ogni battezzato ha una missione; anzi, è una missione. Aiutare a vivere questa consapevolezza è il primo servizio delle Pontificie Opere Missionarie”: è quanto ricorda il Papa nel suo messaggio alle Pontificie Opere Missionarie, POM, riunite, da oggi e fino al 23 maggio, al Centro Valpré di Lione, per la loro Assemblea Generale. I circa 120 direttori nazionali delle POM e il suo presidente, monsignor Giampietro Dal Toso, hanno scelto di incontrarsi nella città francese in concomitanza con la beatificazione, domenica prossima, di Pauline Jaricot, che 200 anni fa ha fondato una delle quattro opere missionarie, quella della “Propagazione della fede”. Il rito sarà presieduto dal cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Pauline aveva 23 anni quando la iniziò per sostenere l’attività missionaria della Chiesa. “Qualche anno più tardi diede inizio al ‘Rosario Vivente’, un organismo dedito alla preghiera e alla condivisione delle offerte. Di famiglia benestante, morì in povertà: con la sua beatificazione – afferma il Pontefice – la Chiesa attesta che ha saputo accumulare tesori in Cielo, tesori che nascono dal coraggio del dono e rivelano il segreto della vita: solo donandola si possiede, solo perdendola si ritrova”.
Gli anniversari delle POM nel 2022
Ma quest’anno, aggiunge Francesco nel suo messaggio, ricorre anche il centenario dall’elevazione dell’Opera della Propagazione della Fede, insieme a quelle della Santa Infanzia e di San Pietro Apostolo, al rango di “Pontificia”. E sempre quest’anno si celebrano i 150 anni della nascita del fondatore della Pontificia Unione Missionaria, il Beato Paolo Manna. Questi anniversari, spiega il Papa, “si inseriscono nella celebrazione dei 400 anni della Congregazione De Propaganda Fide, alla quale le Opere Missionarie sono strettamente legate e con la quale collaborano nel sostenere le Chiese nei territori affidati al Dicastero”, “istituito per sostenere e coordinare la diffusione del Vangelo in terre fino ad allora sconosciute”.
La Chiesa e l’evangelizzazione
Il Papa evidenzia che “la spinta evangelizzatrice non è mai venuta meno nella Chiesa e rimane sempre il suo dinamismo fondamentale”. Per tale motivo chiarisce di avere voluto, con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium sulla riforma della Curia romana, che il Dicastero dell’Evangelizzazione assumesse un ruolo speciale per “favorire la conversione missionaria della Chiesa, che non è proselitismo, ma testimonianza: uscita da sé per annunciare con la vita l’amore gratuito e salvifico di Dio per noi, chiamati tutti a essere fratelli e sorelle”.
La conversione missionaria
Nel suo messaggio Francesco rimarca, poi, i “tre aspetti che, grazie all’azione dello Spirito Santo, tanto hanno contribuito alla diffusione del Vangelo nella storia delle POM”: la conversione missionaria, la preghiera e la concretezza della carità. A proposito della prima specifica che “la bontà della missione dipende dal cammino di uscita da sé, dal desiderio di non centrare la vita su sé stessi, ma su Gesù”, “venuto per servire e non per essere servito”. Ne è esempio Pauline Jaricot che ha cercato di identificarsi “con il suo Signore, anche mediante le sofferenze che attraversava, allo scopo di accendere la fiamma del suo amore in ogni uomo”. “Sta qui la sorgente della missione – osserva il Papa – nell’ardore di una fede che non si accontenta e che, attraverso la conversione, si fa di giorno in giorno imitazione, per incanalare la misericordia di Dio sulle strade del mondo”.
La preghiera
Circa la preghiera Francesco sottolinea che “è la prima forma di missione” e che “non a caso Pauline affiancò l’Opera della Propagazione della Fede al Rosario Vivente, quasi a ribadire che la missione comincia con la preghiera e non può realizzarsi senza di essa”. “Perché è lo Spirito del Signore che precede e permette ogni nostra opera buona: il primato è sempre della sua grazia. Altrimenti, la missione diventerebbe un correre invano”.
La concretezza della carità
E poi ci sono gli aiuti materiali, la concretezza della carità. Pauline Jaricot partì da una rete di preghiera e contemporaneamente “diede vita a una raccolta di offerte su vasta scala e in una forma creativa, accompagnandola con l’informazione sulla vita e le attività dei missionari”. E “gli oboli di tanta gente semplice furono provvidenziali per la storia delle missioni”.
Nel solco di Pauline Jaricot
Infine, il Papa conclude il suo messaggio augurando alle POM di camminare nel solco tracciato da Pauline Jaricot – “grande donna missionaria” -, di lasciarsi “ispirare dalla sua fede concreta, dal suo coraggio audace” e “dalla sua creatività generosa”.