Francesco: le buone scelte portano la pace interiore che dura nel tempo

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi sul tema del discernimento indicando, nella riflessione di questo mercoledì, i criteri che possono aiutarci a capire la bontà di una scelta fatta. Afferma infatti che è importante rimanere attenti anche dopo aver preso una decisione per “cogliere i segni che la confermano”. E sottolinea la libertà quale  caratteristica della creatura umana che non agisce per paura del Signore, ma per rispondere al suo amore. 

La nostra vita è partecipazione alla creatività di Dio

Uno di questi criteri, afferma il Papa, è la presenza di un sentimento interiore di “pace che dura nel tempo” e che porta armonia nella propria vita. E fa un esempio:

Per esempio, se prendo la decisione di dedicare mezz’ora in più alla preghiera, e poi mi accorgo che vivo meglio gli altri momenti della giornata, sono più sereno, meno ansioso, svolgo con più cura e gusto il lavoro, anche le relazioni con alcune persone difficili diventano più agevoli…: questi sono tutti segni importanti che vanno in favore della bontà della decisione presa. La vita spirituale è circolare: la bontà di una scelta è di giovamento a tutti gli ambiti della nostra vita. Perché è partecipazione alla creatività di Dio.

Sentirsi al proprio posto 

Un altro criterio è sentire che la decisione presa non nasce dalla paura di Dio, ma come un “possibile segno di risposta all’amore e alla generosità che il Signore ha nei miei confronti”. Un altro ancora è “la consapevolezza di sentirsi al proprio posto nella vita, e parte di un disegno più grande, a cui si desidera offrire il proprio contributo”.
E spiega che una persona “può riconoscere di aver trovato quello che sta cercando quando la sua giornata diviene più ordinata”, quando i vari aspetti della sua esistenza si armonizzano e riesce ad affrontare “con rinnovata energia e forza d’animo le difficoltà”.

Il distacco dalla decisione presa

Un altro segno di conferma che si sta procedendo sulla strada giusta “è il fatto di rimanere liberi nei confronti di quanto deciso, disposti a rimetterlo in discussione” e Francesco ne spiega il perché:

Questo non perché Lui voglia privarci di ciò che ci è caro, ma per viverlo con libertà, senza attaccamento. Solo Dio sa che cosa è veramente buono per noi. La possessività è nemica del bene e uccide l’affetto – state attenti a questo – : la possessività è nemica del bene, uccide l’affetto. I tanti casi di violenza in ambito domestico, di cui abbiamo purtroppo notizie frequenti, nascono quasi sempre dalla pretesa di possedere l’affetto dell’altro, dalla ricerca di una sicurezza assoluta che uccide la libertà e soffoca la vita, rendendola un inferno.

“Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. […] Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. (dal Libro del Siracide)”

La fiducia nel Signore

Il Signore ci ha creato liberi, sottolinea Francesco, perché solo nella libertà si può amare, e offrire a Dio “ciò che abbiamo di più caro” ci consente di viverlo come un dono che viene da lui “sapendo che la nostra vita, così come la storia intera, è nelle sue mani benevole”. Il Papa osserva che in questo consiste “il timore di Dio”. Un timore che scaccia ogni altra preoccupazione perché, come dice San Paolo: “tutto posso in colui che mi dà la forza”:

Riconoscere questo è fondamentale per una buona decisione, e rassicura su ciò che non possiamo controllare o prevedere: la salute, il futuro, le persone care, i nostri progetti. Ciò che conta è che la nostra fiducia sia riposta nel Signore dell’universo, che ci ama immensamente e sa che possiamo costruire con Lui qualcosa di stupendo, di eterno.

E Papa Francesco conclude a braccio: “Andiamo avanti sempre cercando di prendere delle decisioni così, in preghiera e sentendo cosa succede nel nostro cuore e andare avanti lentamente, coraggio!“.