Francesco: l’acqua non va usata per soldi ma per creare progresso

Vatican News

Il Papa ha inviato un messaggio ai partecipanti all’evento di Alto livello sull’Azione Oceanica “Immersi nel cambiamento”, che si conclude oggi in Costa Rica: valorizziamo l’utilità di ogni risorsa idrica nella sicurezza alimentare, nella regolazione del clima e “lottiamo contro l’inquinamento per restituirle la sua preziosa bellezza”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

I media la chiamano “oro blu”, per il Papa è un “prezioso dono di Dio”, per parte del mondo è “moneta di scambio, in motivo di speculazione e, addirittura, in veicolo di estorsione”. Francesco torna su uno dei temi del magistero affrontato nella Laudato si’ e in molti altri interventi. La circostanza di oggi è l’Evento di Alto livello sull’Azione Oceanica dal titolo “Immersi nel cambiamento”, in programma ieri e oggi nella città costaricense di San José, ai cui partecipanti invia un messaggio che mette in guardia dal considerare una risorsa basilare per la vita senza il dovuto rispetto.

Oltraggio di una risorsa comune

L’acqua, scrive, “è necessaria per la vita dell’uomo, non ci può essere nessun progresso, neppure sociale, senza di essa” e tuttavia, stigmatizza, “è deplorevole constatare che noi snaturiamo tali epiteti trasformando ciò che è utile, come l’acqua, in un oggetto da sfruttare. Oltraggiamo ciò che realizza un lavoro umile e silenzioso per il bene comune”, arrivando appunto a trattarla come una merce o peggio ancora un’arma per tenere sotto scacco un popolo.

Purezza da recuperare

San Francesco, ricorda il Papa, parlava dell’acqua come di una sorella “pura” e anche l’Acqua Vergine che sgorga dalla Fontana di Trevi “deve il suo nome – rammenta – a una giovane fanciulla del popolo che con audacia indicò ai legionari romani il luogo dove si trovava la sorgente, ed era inoltre molto apprezzata per la sua purezza”. L’acqua dunque porta “bontà” alla “gente semplice” e nonostante questo “corre il rischio di essere violata dalla malignità, dall’egoismo e dal disprezzo dell’altro”. 

Eredità da preservare

L‘immagine di questa “bella fonte romana” – città che, osserva Francesco, “è immersa nell’oceano concettuale del potere delle acque” – aiuti “a renderci conto – è l’auspicio del Papa – che tutta la nostra civiltà è immersa nell’oceano e che comprendiamo che è necessario un cambiamento radicale, per recuperare il senso di quegli aggettivi di san Francesco”. L’appello finale è a valorizzare l’acqua per la “sicurezza alimentare, il suo umile lavoro nella regolazione del clima” e a lottare contro l’inquinamento “per restituirle la sua preziosa bellezza”, lasciandola integra come “eredità alle prossime generazioni”.