Francesco in volo verso Ungheria a Slovacchia

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Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

Con la partenza questa mattina dall’aeroporto di Roma Fiumicino dove Papa Francesco è giunto in macchina da Casa Santa Marta poco prima delle ore 06.00, ha preso il via il 34mo Viaggio apostolico di questo pontificato. Cinque giorni, tra Ungheria e Slovacchia, “segnati dall’adorazione e dalla preghiera nel cuore dell’Europa” secondo le intenzioni  dello stesso Pontefice, e affidati all’intercessione di “tanti eroici confessori della Fede” che in Ungheria e in Slovacchia testimoniarono il Vangelo “tra ostilità e persecuzioni”.

I giornalisti che seguono il Papa sul volo

Martirio e repressione dunque ma anche missione evangelizzatrice, come insegnano gli apostoli degli slavi Cirillo e Metodio, e poi dialogo ecumenico e interreligioso e certamente questioni europee. Questi i temi portanti del pellegrinaggio che Francesco compie sulle orme di Giovanni Paolo II che ha visitato i due Paesi più di una volta, in epoche e scenari diversi ma con  lo stesso messaggio di pace e fraternità. Un viaggio questo di Francesco, annunciato sin dal volo di ritorno dall’Iraq nel 2021, confermato all’Angelus del 4 luglio scorso e desiderato fortemente allo scopo principale di partecipare al 52mo Congresso eucaristico internazionale in corso a Budapest, chiudendone i lavori con la celebrazione della messa. Francesco sarà il terzo Pontefice, in epoca moderna, a prendere parte ad un Congresso eucaristico, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II.

Gli appuntamenti a Budapest

250mila i fedeli attesi per questo appuntamento centrale della giornata di oggi in Ungheria, giornata che inizia con l’accoglienza all’aeroporto internazionale di Budapest da parte del vice primo ministro Zsolt Semjen, e prosegue dopo circa un’ora, con tre incontri presso il Museo delle Belle Arti. Nelle sale dell’edificio Neoclassico il Papa si intrattiene in forma privata prima con il presidente ungherese János Áder e il premier Viktor Orbán per una mezz’ora, poi pronuncia il suo primo discorso nella Sala Rinascimentale dove lo attendono i 35 Vescovi del Paese, guidati da monsignor Andràs Veres, e al termine si sposta in una sala attigua per incontrare i  rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e di alcune comunità ebraiche dell’Ungheria (furono circa mezzo milione gli ebrei ungheresi deportati dal nazismo) in tutto una cinquantina di persone a cui il Papa rivolge il suo secondo discorso.

La Statio Orbis nel cuore dell’Ungheria

Quindi alle 11.30 con un giro in papamobile Francesco attraversa la grande Piazza degli Eroi su cui si affaccia il Museo e che rappresenta il cuore del Paese con i suoi simboli più importanti: la statua di Santo Stefano, primo re cristiano dell’Ungheria unita, la Santa corona a lui consegnata da Papa Silvestro a sancire un legame strettissimo con la Santa Sede, e poi la doppia croce del cristianesimo insieme alle statue che commemorano i leader delle sette tribù fondatrici d’Ungheria.

Proprio in questa piazza, come già avvenne nel 1938, si chiuderà dunque il Congresso eucaristico internazionale. Allora c’era il legato pontificio il cardinale Eugenio Pacelli, oggi sarà il Papa a celebrare la messa dai connotati di Statio Orbis “una sosta di impegno e di preghiera” in cui le Chiese particolari si uniscono in comunione con il Papa intorno al mistero eucaristico, per approfondire la propria fede. Dunque un respiro e una valenza universale.

Da qui, al termine della messa e della recita dell’Angelus, il Papa raggiungerà l’aeroporto di Budapest per la cerimonia di congedo e la partenza, ancora a bordo di un velivolo Alitalia, verso Bratislava.

In Slovacchia pellegrino alla Madonna dei dolori

Adorazione Eucaristica in Ungheria, pellegrinaggio orante alla Beata Vergine Maria dei Sette Dolori, in Slovacchia. Fortemente spirituale dunque la connotazione anche della tappa di settantadue ore che Francesco trascorrerà, a partire da stasera, tra le principali città della regione dell’Europa centro-orientale fino al culmine, la festa mariana del 15 settembre a Sastin. Dopo l’accoglienza della presidente della Repubblica Zuzana Čaputová all’aeroporto di Bratislava, Francesco infatti si trasferisce in Nunziatura dove, intorno alle 16.30, ha luogo un incontro con il Consiglio ecumenico delle Chiese nella Repubblica slovacca. Poi privatamente alle 17.30, come consuetudine in ogni viaggio apostolico, il saluto ai membri della Compagnia di Gesù atto conclusivo del primo giorno in Slovacchia.