Francesco: il magistero della fragilità è un carisma con cui arricchire la Chiesa

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“Il magistero della fragilità è un carisma” con cui le persone con disabilità possono arricchire la Chiesa. È questo uno dei passaggi centrali del messaggio di Papa Francesco per la Giornata internazionale delle persone con disabilità: “Il magistero della fragilità – si legge nel testo – è un carisma del quale voi sorelle e fratelli con disabilità potete arricchire la Chiesa: la vostra presenza «può contribuire a trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti. Senza vulnerabilità, senza limiti, senza ostacoli da superare, non ci sarebbe vera umanità». Ed è per questo che mi rallegro che il cammino sinodale si stia dimostrando un’occasione propizia per ascoltare finalmente anche la vostra voce, e che l’eco di tale partecipazione sia giunta nel documento preparatorio per la tappa continentale del Sinodo”.

A tutti è donato il Vangelo

Ad ognuno – scrive il Papa – “è donato il Vangelo tutto intero e, con esso, il gioioso compito di annunciarlo. “Tutti siamo chiamati ad offrire agli altri la testimonianza dell’amore salvifico del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vicinanza, la sua Parola, la sua forza, e dà senso alla nostra vita” (Esort. ap. Evangelii gaudium“. “Comunicare il Vangelo non è un compito riservato solo ad alcuni, ma diventa una necessità imprescindibile di chiunque abbia sperimentato l’incontro e l’amicizia con Gesù”. La fiducia nel Signore, l’esperienza della sua tenerezza, il conforto della sua compagnia non sono privilegi riservati a pochi, né prerogative di chi ha ricevuto un’accurata e prolungata formazione. La sua misericordia, al contrario, si lascia conoscere e incontrare in maniera tutta particolare da chi non confida in sé e sente la necessità di abbandonarsi al Signore e di condividere con i fratelli”.

Un magistero della fragilità

“Si tratta di un vero e proprio magistero della fragilità che, se venisse ascoltato, renderebbe le nostre società più umane e fraterne, inducendo ognuno di noi a comprendere che la felicità è un pane che non si mangia da soli. Quanto la consapevolezza di aver bisogno l’uno dell’altro ci aiuterebbe ad avere relazioni meno ostili con chi ci sta accanto! E quanto la constatazione che neanche i popoli si salvano da soli spingerebbe a cercare soluzioni per i conflitti insensati che stiamo vivendo”. “Oggi – si legge ancora nel messaggio – vogliamo ricordare la sofferenza di tutte le donne e di tutti gli uomini con disabilità che vivono in situazione di guerra, o di coloro che si trovano a portare una disabilità a causa dei combattimenti. Quante persone – in Ucraina e negli altri teatri di guerra – rimangono imprigionate nei luoghi dove si combatte e non hanno nemmeno la possibilità di fuggire? È necessario prestare loro speciale attenzione e facilitare in ogni modo il loro accesso agli aiuti umanitari”.

Un unico noi con al centro Gesù

Papa Francesco nel messaggio ricorda infine che insieme si abbattono muri di incomprensione e la discriminazione. “Il Sinodo, soprattutto, con il suo invito a camminare insieme e ad ascoltarsi a vicenda, ci aiuta a comprendere come nella Chiesa – anche per quello che riguarda la disabilità – non esista un noi e un loro, ma un unico noi, con al centro Gesù Cristo, dove ognuno porta i propri doni e i propri limiti. Tale consapevolezza, fondata sul fatto che siamo tutti parte della stessa umanità vulnerabile assunta e santificata da Cristo, elimina qualsiasi arbitraria distinzione e apre le porte alla partecipazione di ciascun battezzato alla vita della Chiesa. Ma, ancor più, laddove il Sinodo è stato davvero inclusivo, esso ha permesso di sfatare pregiudizi radicati. Sono infatti l’incontro e la fraternità ad abbattere i muri di incomprensione e a vincere la discriminazione; per questo auspico che ogni comunità cristiana si apra alla presenza di sorelle e fratelli con disabilità assicurando sempre ad essi l’accoglienza e la piena inclusione”.