Il volo papale, con a bordo il seguito e una settantina di giornalisti, è decollato alle 18.41 dall’aeroporto di Fiumicino. L’arrivo nella capitale mongola Ulaanbaatar previsto alle 4 del primo settembre (ora italiana), il 2 settembre i primi appuntamrnti del 43.mo viaggio apostolico
Vatican News
Con il decollo alle 18.41 dall’areoporto romano di Fiumicino, è cominciato il 43.mo Viaggio apostolico di Papa Francesco per Ulaanbataar, capitale della Mongolia. Un volo di settemila chilometri per visitare un’altra ‘periferia’ del mondo, dove lo attende la piccola ma fervente comunità cattolica che qui vive, circa 1.500 fedeli. La rotta, che potrà anche subire variazioni, prevede il sorvolo di Italia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia/Montenegro, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan, Cina. L’arrivo in Mongolia è previsto alle 10 (ora locale), in Italia sarà piena notte (fuso orario di 6 ore). Oltre al seguito papale, quasi settanta giornalisti accompagnano il Papa.
Lo sguardo costante del Papa sull’Asia
Dalla Corea allo Sri Lanka, dalle Filippine al Myanmar, dal Bangladesh alla Thailandia, e ancora dal Giappone al Kazakhstan. L’attenzione di Francesco all’Asia resta altissima, nell’assai vasto continente che è terra di missione perché offre continuamente giovani evangelizzatori per altre regioni del mondo, ma anche perché le sue zone più remote sono luogo di instancabile annuncio e opere di carità evangelica da parte di religiosi e religiose. Qui spendono la propria vita, nonostante le difficoltà ambientali. Il Papa torna dunque nel cuore dell’Asia a quasi un anno di distanza dal suo viaggio apostolico in Kazakhstan dove – sempre limitando il suo viaggio alla capitale, come accade in questi giorni in Mongolia – aveva partecipato al Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali e aveva fatto risuonare ancora una volta l’appello alla pace e al dialogo tra le nazioni. E anche in questi giorni l’anelito alla pace sarà un tema fondante, così come il dialogo interreligioso che è qui a un tempo una realtà e una sfida continua. A questo proposito, domenica 3, il Papa presiederà un evento ecumenico e interreligioso nell’Hun Theatre cui prenderanno parte tutti i gruppi religiosi nonché osservatori del governo ed esponenti del mondo universitario.
Primo pontefice in terra mongola
Francesco è il primo pontefice a mettere piede sul suolo mongolo, e l’ambasciatrice presso la Santa Sede, Gerelmaa Davaasuren, agli inviati dei media vaticani, sottolinea la fecondità delle relazioni interreligiose e il rispetto per la diversità evidenziati dalla sua presenza; alte le sue aspettative per questo “storico” viaggio, che considera “un grande contributo al mantenimento della pace e della stabilità nella nostra regione e nel mondo”. Proprio in Kazakhstan Francesco aveva detto che c’è una grazia nell’essere come Chiesa un piccolo gregge. In Mongolia il gregge è numericamente poco consistente ma in questa marginalità e apparente irrilevanza c’è una preziosità e un peso specifico che il Papa vuole mettere in risalto con questa visita.
Prima di partire, l’incontro con giovani del “Dono di Misericordia”
Questo pomeriggio, prima di lasciare Casa Santa Marta, diretto all’aeroporto, Papa Francesco ha salutato 12 ragazzi di varie nazionalità, ospiti del Dormitorio “Dono di Misericordia”, che nei giorni scorsi hanno aiutato il Dicastero per la Carità nei preparativi per
La capitale della Mongolia, che Francesco visiterà dall’1 al 4 settembre presenta un panorama urbanistico disorganico, con casermoni sovietici ed edifici di nuova costruzione che …