Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Donne della parola, dell’amore sconfinato, dell’ascolto dello Spirito, della dedizione ai poveri e agli emarginati e non donne dell’attivismo. Sono molte le definizioni alle quali ricorre il Papa nel discorso alle Figlie della Carità Canossiane impegnate fino al 30 agosto nel Capitolo generale, incentrato proprio sul tema dell’amare senza misura e nel percorso di santità di oggi. “Santità e missione – afferma Francesco – sono dimensioni costitutive della vita cristiana e sono tra loro inscindibili”.
Il segreto è sempre lo stesso: lasciarsi guidare dallo Spirito Santo per amare Dio e i poveri. Ma “oggi”: è l’oggi della Chiesa, è l’oggi della società, meglio, delle diverse società nelle quali siete presenti. Con quelle situazioni di povertà, con quei volti che chiedono vicinanza, compassione e tenerezza.
Nello stile di Dio, sottolinea il Papa, che “ci avvicina, perdona e accarezza. Sempre. Lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza”.
Non l’attivismo ma la Parola
Francesco guarda a Maria, discepola e donna di parola, che, afferma, non ha niente a che vedere con le “donne del chiacchiericcio”. Guarda anche alle suore anziane, testimoni di uno stupore che non viene meno; alle giovani animate dall’entusiasmo delle scoperte; a quelle di mezza età che esorta a stare attente perché prese dalle responsabilità e che rischiano di sconfinare nell’attivismo.
E allora non si è più donne della Parola, ma donne del computer, donne del telefono, donne dell’agenda, e così via. Dunque, ben venga questo motto per tutte! Per mettersi nuovamente alla scuola di Maria, ri-centrarsi sulla Parola ed essere donne “che amano senza misura”. La parola, non l’attivismo, non … al centro.
Donne dello Spirito
La chiave per vivere una vita piena è l’amore senza misura, “una capacità che viene dallo Spirito Santo”, da Dio che aspetta. “La pazienza di Dio con noi, – confessa il Papa – a me commuove”.
Allora è possibile amare senza misura facendo spazio allo Spirito e alla sua azione nella nostra vita. E questa è la santità. Donne dello Spirito, come Maria. Lasciare che sia lo Spirito a portarti avanti. Cuori aperti allo Spirito.
Francesco si sofferma sulla fondatrice Maddalena di Canossa, donata a Dio ma anche ai poveri delle zone periferiche di Verona.
Attenzione: è lo Spirito che la guida, attraverso situazioni concrete, e lei si lascia guidare; cerca la sua strada ma sempre rimanendo docile. Docilità: niente a che vedere con il capriccio, con la testardaggine: voglio fare questo … No, docilità allo Spirito. E questo è il segreto! E così la carità di Cristo plasma il suo cuore, plasma la sua vita.
In aiuto delle famiglie
Guardando all’oggi, il Pontefice ricorda il numero importante di novizie tra le Canossiane, un segno di fecondità. Fecondità che servirebbe all’Europa, sempre più imprigionata in un inverno demografico. La gente, sottolinea il Papa, preferisce avere l’affetto dei cani più che quello dei figli. Parla di “affetto programmato” che libera dal dolore improvviso.
E questa è una cosa brutta: per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico.
Aperte agli altri
Coraggio e generosità sono le caratteristiche che il Papa mette in luce e che traspaiono dalla gioia nei cuori e nei volti delle suore. Una gioia da condividere in comunità, tra sorelle, sfuggendo la tentazione del chiacchiericcio e della lamentela. Infine l’esortazione al “vivere e a lavorare con altri” per una crescita spirituale ma anche a cogliere in famiglia i dettagli quotidiani, perché lì si vede la carità. L’altra sottolineatura del Papa riguarda la preghiera dell’adorazione.
Il movimento dello spirito che si de-centra da sé per centrarsi in Cristo – e questa è l’adorazione: de-centrarsi – è quello che rende possibile un servizio al prossimo che non sia pietismo o assistenzialismo, ma apertura all’altro, prossimità, condivisione; in una parola: carità. San Paolo direbbe: “L’amore di Cristo ci avvince e ci spinge”.