di José E. Oyarzún
«Il processo di incontro e confronto con le diverse culture è un’esperienza che la Chiesa ha vissuto fin dall’inizio della predicazione del Vangelo» (Giovanni Paolo ii, Fides et ratio, n. 70). Questa frase di san Giovanni Paolo ii pone in evidenza che l’evangelizzazione non può fare a meno della cultura, che è l’ambiente in cui si svolge la vita di ogni uomo.
La fecondità dell’incontro tra Vangelo e cultura è testimoniata da una storia di più di venti secoli con manifestazioni in tutti gli ambiti della vita umana in diverse aree geografiche. Perciò è indispensabile che la Chiesa continui ad avere tra le sue priorità l’evangelizzazione delle culture, affinché possa «raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità…» (Paolo vi, Evangelii nuntiandi, n. 19).
In questo contesto si colloca l’Ateneo pontificio Regina Apostolorum. Come istituzione accademica romana, intende essere un luogo per conoscere le fondamenta della propria fede, per dialogare con le culture, con «altre scienze ed esperienze umane» e per «pensare come far giungere la proposta del Vangelo alla varietà dei contesti culturali e dei destinatari» (cfr. Evangelii gaudium, 133-134). Così cerca di rispondere all’invito che Papa Francesco ha rivolto alle università e alle facoltà ecclesiastiche a contribuire come agenti di «una coraggiosa rivoluzione culturale» (Francesco, Veritatis gaudium, n. 3). Per realizzare questo compito, l’ateneo pone al servizio degli studenti un modello educativo ispirato a diversi valori che si alimentano della linfa che scaturisce dal Vangelo; un modello educativo orientato a formare formatori ed evangelizzatori per il xxi secolo.
La centralità della persona ci invita a costruire una istituzione “a misura d’uomo”, in cui lo studente possa coltivare un fecondo dialogo con i docenti, traendone incentivo per la sua crescita culturale e umana (Benedetto xvi, Discorso al mondo della cultura all’Università di Pavia, 22 aprile 2007). È un aspetto che va pari passo con la dimensione comunitaria, dove mantenere la nativa vocazione di universitas; quale comunità di docenti e studenti impegnati nella ricerca della verità e nell’acquisizione di superiori competenze culturali e professionali. Tutto ciò porta ad avere nell’orizzonte la formazione integrale degli studenti perché, come recita il nostro ideario, consideriamo che «la vita intellettuale si inquadra nello scenario più ampio della vita dell’uomo che si interroga su sé stesso, si relaziona con gli altri e cerca Dio».
L’adeguata relazione tra fede e ragione fa sì che ci sia una forte promozione dell’interdisciplinarietà soprattutto nella sua forma più “forte”, di cui parla Veritatis gaudium, «di transdisciplinarietà, come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (Francesco, Veritatis gaudium, 4c).
Inoltre, consapevoli di vivere in un contesto di “cambiamento d’epoca”, secondo la nota espressione di Papa Francesco, il Regina Apostolorum cerca di potenziare un “dialogo a tutto campo”, come manifestano diverse iniziative: la Facoltà di bioetica, l’Istituto scienza e fede, l’Istituto di studi superiori sulla donna, la Cattedra di bioetica e diritti umani, il Gruppo di neurobioetica. Ciò implica essere disposti ad accettare con lucidità le sfide che la cultura contemporanea pone alla fede e fare uno sforzo per mostrare che la visione cristiana della realtà è compatibile con i progressi scientifici e il progresso in genere. Anzi, una visione del mondo ispirata da Cristo Verità dà senso a tutto ciò che l’uomo fa.
Siamo convinti che una istituzione accademica pontificia come la nostra deve promuovere questo tipo di approccio e sostenere azioni culturali che rispondano alle sfide del mondo sulla base della propria identità. Essendo una minoranza bisogna porsi con un atteggiamento coraggioso, senza aver paura di proporre una visione cristiana delle realtà umane e di essere pronti al dialogo intellettuale (cfr. «Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia [parresia], a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente», Francesco, Evangelii gaudium, 259). L’Ateneo pontificio Regina Apostolorum crede profondamente negli osservatori culturali, gruppi e progetti di ricerca quali iniziative da promuovere all’interno di tutte le nostre facoltà e istituti.
Da qui che la nostra offerta formativa, inquadrata nella missione di formare evangelizzatori e leader cristiani di oggi e di domani, sempre cercherà di conciliare il riferimento alle fondamenta della fede, la serietà e il rigore scientifico con l’apertura al dialogo con tutte le culture e le esigenze dell’uomo di questo tempo. Così viene plasmato nei diversi piani di studio cercando che gli studenti, oltre ad acquisire in modo eccellente le conoscenze di uno specifico ambito del sapere, apprendano le competenze trasversali necessarie per contribuire alla società nell’epoca in cui viviamo.
Ogni anno diamo il benvenuto a centinaia di studenti. Sono giovani uomini e donne di talento desiderosi di crescere nella saggezza, di rafforzare la loro vita spirituale e prepararsi a essere “leader servitori nella società contemporanea”.
Nella nostra sede — ubicata nella Città eterna — vogliamo che gli studenti facciano esperienza in situ di una ricca esperienza culturale cattolica per andare a tutto il mondo a predicare il Vangelo (cfr. Marco 16, 15).
Da oltre 25 anni le nostre facoltà (teologia, filosofia e bioetica), istituti (Istituto di scienze religiose, Istituto scienze e fede, Istituto Sacerdos, Istituto di bioetica e diritti umani e Istituto di studi superiori sulla donna), corsi ed eventi raccontano ogni valore del nostro ateneo pontificio. Tutta la comunità accademica è mossa dalla fede e dalla voglia di innovazione e aggiornamento per servire meglio la Chiesa e l’uomo contemporaneo.