Etiopia: la sicurezza della Chiesa minacciata dalla guerra nel Tigray

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano  

Chiese e monasteri stanno chiudendo nella tormentata regione etiope del Tigray, mentre sacerdoti e religiosi fuggono dalla diocesi cattolica di Adigrat a causa della continua ondata di insicurezza nella regione, i cui effetti si fanno sentire in tutto il Paese. In una dichiarazione condivisa, il 2 agosto scorso, dalla Conferenza episcopale cattolica dell’Etiopia, i vescovi hanno avvertito che il conflitto e la mancanza di pace nel Paese continuano a mettere in crisi la missione della Chiesa.

Una diocesi isolata dalla guerra

Da quando sono iniziati i combattimenti nel Tigray, la regione di Adigrat è rimasta isolata dal resto dell’Etiopia. “La Chiesa sta affrontando una grande sfida – si legge nella dichiarazione dei presuli – a causa della mancanza di pace nel Paese, che le impedisce di svolgere efficacemente i servizi apostolici. Molte delle nostre parrocchie, compresa la diocesi di Adigrat, condividono questa sfida. Sacerdoti e suore – continua il documento – sono fuggiti dai loro luoghi a causa della mancanza di sicurezza e dei rischi sempre più gravi, e il numero di cappelle e conventi chiusi è in aumento”. All’origine dell’isolamento sempre più severo della diocesi di Adigrat c’è il controllo del territorio da parte delle forze che si combattono: l’esercito etiope e i miliziani del Tigray. La circolazione è praticamente impossibile e questo, oltre all’isolamento delle comunità cattoliche, sta causando fame, carestia e siccità per almeno 5 milioni di persone.

Un impegno concreto per la pace

I vescovi della Conferenza Episcopale etiopica, oltre a denunciare la grave situazione che coinvolge sacerdoti e religiosi, chiedono “con forza che il governo e la popolazione lavorino insieme per garantire la pace nel Paese, in modo che i cittadini possano vivere liberamente e non subire malnutrizione, esilio e uccisioni a causa della loro identità. Al raggiungimento dell’obiettivo di una pace duratura e della riconciliazione attraverso il dialogo, la Chiesa locale garantisce tutto il suo impegno e collaborazione. “Siamo anche molto preoccupati – sottolineano i vescovi – per le nostre popolazioni colpite dalla siccità e chiediamo a tutti gli interessati di lavorare duramente e uniti per raggiungerle e far loro ricevere gli aiuti di emergenza”.