Si svolge dal 4 ottobre l’evento promosso dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) per fornire visibilità al tema del dono in tutte le sue forme. È Palermo il centro scelto per quest’anno e saranno numerosi gli eventi che coinvolgeranno le generazioni più giovani sul posto, ma anche in tutta Italia. Cinzia Di Stasio, segretario generale IID: “La donazione produce una risposta di gratificazione negli individui, inducendoli a provare una sensazione di felicità”
Camilla Dionisi – Città del Vaticano
Sarà domani, il 4 ottobre, il Giorno del Dono 2023, evento che coinvolge enti pubblici, privati e no profit per promuovere il dono come strumento di partecipazione attiva nella società. È Palermo la Capitale del Dono di quest’anno, e in occasione della giornata si svolgerà la premiazione dei vincitori dei contest #DonareMiDona e #LiberiDiDonare presso i Cantieri Culturali alla Zisa. I due concorsi hanno coinvolto le generazioni più giovani proprio per “cercare di portare la cultura della donazione anche tra i ragazzi”, come spiega Cinzia Di Stasio, segretario generale IID. Come emerge, inoltre, dal rapporto della XXI indagine IID sull’andamento delle raccolte fondi degli enti non profit e dal sesto rapporto sul dono in Italia, si cominciano ad avvertire i primi segnali di ripresa rispetto alle pratiche di dono degli italiani, dopo i difficili anni della pandemia.
La cultura del dono tra i più giovani
Cinzia di Stasio spiega che quest’anno si festeggerà con i ragazzi di tutta Italia, ma in particolare con i ragazzi della città di Palermo, Capitale del Dono 2023. “La giornata si concluderà con un concerto di Lello Analfino e quindi cercheremo anche di divertirci e far divertire i ragazzi che parteciperanno”. Quest’anno, le parole d’ordine sono partecipazione, generosità, pratica quotidiana e soprattutto giovani generazioni. “Cerchiamo di portare la cultura del dono all’interno delle generazioni più giovani – sottolinea – partendo dalla scuola, dall’infanzia e coinvolgendo i ragazzi attraverso i nostri contest: saranno tanti i premiati durante la giornata”.
I dati dopo la pandemia
Secondo il rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’IID in collaborazione con CSVnet, dopo lo scoppio della pandemia, è stato registrato un calo in quasi tutte le dimensioni donative. Non si parla solo di donazioni economiche, ma anche di donazioni di capacità e di tempo (come il volontariato) e donazioni biologiche (sangue, organi etc.). “Il giorno del dono ha visto una partecipazione anche più entusiasta sia dei ragazzi, ma anche delle amministrazioni comunali e delle iniziative su tutto il territorio” spiega Cinzia Di Stasio. “È chiaro che nel biennio 2020-2021 c’è stata una costrizione, una chiusura rispetto alla partecipazione, perciò nel momento in cui abbiamo cominciato ad avere una maggiore libertà, le persone hanno partecipato con più entusiasmo e anche con numeri più importanti”. Per quanto riguarda i dati riscontrati nel sesto rapporto sul dono in Italia, “il 2021 è stato sicuramente, almeno dalle nostre indagini, l’anno peggiore” continua Di Stasio. “Per fortuna, siamo riusciti a dare dei dati migliori quest’anno. C’è stata una ripresa delle donazioni economiche, di quelle biologiche e del volontariato. Tutti gli indicatori che noi prendiamo sotto esame – conclude – vedono una tendenza al miglioramento”.
Donare ci dona
Donare rende felici: è quanto rivela l’indagine realizzata dal Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain Lab IULM”. Gli stati emotivi di benessere e l’atto di donazione sono, dunque, strettamente collegati. “Nel momento in cui ciò non viene compreso, è per un mancato coinvolgimento dei cittadini da parte degli enti di terzo settore o in generale di tutti noi che lavoriamo in questo ambito” sottolinea Di Stasio. “Sta anche a noi la responsabilità di imparare a intercettare nuove forme di partecipazione al dono. Non parliamo solo di un punto di vista economico: stiamo parlando di dono nel suo senso più ampio. Dobbiamo capire, dunque, come si modificano e come evolvono le donazioni e le pratiche donative. Infine – conclude – dobbiamo essere in grado di intercettare e coinvolgere le persone che sono diffidenti o che comunque per varie ragioni hanno deciso di non partecipare a questa grande chiamata corale”.