L’appuntamento, in programma il 21 maggio, è organizzato dalla Facoltà di Scienze Sociali dell’Ateneo, insieme alla Missione permanente della Santa Sede presso FAO, IFAD e PAM e al Forum Roma di Organizzazioni Non Governative d’ispirazione cattolica
Vatican News
Riflettere sul ruolo unico delle donne nello sviluppo e sulla loro capacità di essere agenti di cambiamento e trasformare il sistema alimentare attuale nell’ottica dell’ecologia integrale. È l’obiettivo della giornata di studio organizzata per lunedì 22 maggio nella Pontificia Università Gregoriana dal titolo “Donne e sicurezza alimentare: un vincolo da rafforzare”. L’appuntamento è organizzato dalla Facoltà di Scienze Sociali dell’Ateneo, insieme alla Missione permanente della Santa Sede presso FAO, IFAD e PAM e al Forum Roma di Organizzazioni Non Governative d’ispirazione cattolica, in memoria della professoressa emerita della Facoltà di Filosofia, Giorgia Salatiello, prematuramente scomparsa lo scorso 3 novembre 2022.
Nutrire menti e corpi
Tra le donne e la sicurezza alimentare esiste un legame indissolubile perché soltanto rafforzando la loro sicurezza alimentare riusciremo a nutrire le menti e i corpi di intere comunità. Secondo alcuni recenti dati delle Nazioni Unite, le donne impegnate nel settore agricolo rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale mentre, nei Paesi in via di sviluppo, compongono circa il 43% della forza lavoro. Nonostante siano produttive e intraprendenti come le loro controparti maschili, esse si trovano a dover fronteggiare numerose difficoltà nell’accesso alla terra, al credito, ai mercati, all’educazione e all’assistenza sanitaria e, per di più, spesso il loro lavoro rimane invisibile e non retribuito. Inoltre, a livello globale, le donne rurali sono coloro che pagano il prezzo più alto per il cambiamento climatico e la distruzione ambientale in quanto gli eventi estremi distruggono i loro mezzi di sussistenza limitando così l’accesso alle risorse e la capacità di riprendersi. Al di là dell’impegno nel settore agricolo, gran parte delle attività svolte dalle donne sono ascrivibili alla loro predisposizione alla cura all’interno di ogni famiglia e comunità. Ed è proprio la cultura della cura che costituisce una via privilegiata per costruire la pace e debellare la cultura dell’indifferenza e dello scarto, oggi molto diffusa.
Far uscire le donne da situazioni di vulnerabilità
L’obiettivo dell’incontro della Gregoriana è, pertanto, quello di riflettere sull’importanza di rafforzare il legame tra donne e sicurezza alimentare, consapevoli che solo consentendo loro di sviluppare appieno il proprio potenziale si potrà raggiungere la sicurezza alimentare e nutrizionale per tutti. Da un lato, in prospettiva teorica, il Seminario si soffermerà sulle vie da percorrere affinché le donne possano uscire dalle situazioni di vulnerabilità in cui spesso si trovano, nella promozione di uno sviluppo umano integrale pieno e di sistemi alimentari resilienti. Dall’altro, si focalizzerà su alcune esperienze concrete che mettono in luce “il ruolo insostituibile della donna nella famiglia e nell’educazione dei figli, come pure l’essenziale contributo delle donne lavoratrici alla edificazione di strutture economiche e politiche ricche di umanità”, come ha affermato Papa Francesco nel Messaggio per il Seminario internazionale sul tema Donne e lavoro, dicembre 2015.
I relatori
Dopo le parole introduttive di padre Mark A. Lewis SJ, rettore della Pontificia Università Gregoriana, interverranno la professoressa Nuria Calduch, direttrice del Dipartimento di Teologia Biblica della Facoltà di Teologia, sulle donne e il lavoro agricolo nella Bibbia; padre Bruno Ciceri, già direttore di Stella Maris Internationalis, sulla donna nel settore della pesca; il professor Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica presso l’Università di Bologna, su donne, economia familiare e sradicamento della povertà; la dottoressa Marcela Villarreal, direttrice della divisione di partenariati e collaborazione con l’ONU presso la FAO, sul ruolo chiave delle donne nella lotta alla fame; la dottoressa Priscila Pereira De Andrade, Legal Officers, UNIDROIT, su donne e accesso al credito; la dottoressa Satu Santala, vicepresidente associato per le relazioni esterne e la governance dell’IFAD, sull’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare delle donne nel mondo; la dottoressa Flaminia Giovanelli, già sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sul ruolo delle donne nei conflitti armati e nei processi di pace; la dottoressa Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, su donne tra famiglia e lavoro.
Esperienze da condividere
Verranno poi condivise alcune esperienze pratiche da parte di Ong New Humanity (Burundi: le donne protagoniste dello sviluppo comunitario nell’area rurale) dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (L’esperienza del microcredito agricolo per le donne zambiane) e dell’Associazione Internazionale Rurale Cattolica – ICRA (La formazione delle donne rurali per un nuovo sviluppo sostenibile). Dopo il dibattito le conclusioni saranno affidate a monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM. La moderazione sarà condotta da padre Stefano Del Bove della Facoltà di Scienze Sociali della Gregoriana.