Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Giustino Maria Russolillo è conosciuto come “il santo di Pianura”. Nato il 18 gennaio 1891 in questo quartiere nella periferia occidentale della città campana, sin da ragazzo sente un forte desiderio di consacrarsi a Dio come sacerdote. A dieci anni entra nel seminario di Pozzuoli. Nel giorno dell’ordinazione sacerdotale, il 20 settembre del 1913, emette il voto solenne di fondare una congregazione religiosa “per il culto, il servizio e l’apostolato delle vocazioni di Dio alla fede, al sacerdozio, alla santità”. Da questa ispirazione originaria nascono le congregazioni religiose dei vocazionisti. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, viene inviato all’ospedale militare. Dal 20 settembre 1920 è parroco della chiesa di San Giorgio Martire, nel quartiere di Pianura. Celebrando i sacramenti, dimostra di viverli nella loro pienezza. Questo si nota nell’espressione del suo volto o nelle lacrime che talvolta accompagnano la celebrazione liturgica. Il centro della sua spiritualità e del suo apostolato è la Trinità. Muore il 2 agosto del 1955. Viene beatificato a Napoli il 7 maggio del 2011.
Il miracolo
Il 27 ottobre del 2020, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto di approvazione di un miracolo, attribuito alla intercessione del beato Giustino Russolillo. Riguarda la guarigione di un giovane religioso vocazionista originario del Madagascar. Rinvenuto a terra nella sua camera in mezzo a chiazze di sangue, viene ricoverato in condizioni molto gravi per danni all’apparato respiratorio. Tutti i confratelli pregano “don Giustino” per la guarigione. Uno di loro porta un’immagine del beato e la depone sul corpo del religioso malato. Pochi giorni dopo, le condizioni del giovane migliorano in modo repentino e il religioso vocazionista esce dal coma fino ad essere dimesso. Il 15 maggio del 2022 don Giustino Russolillo sarà canonizzato in piazza San Pietro ed iscritto all’albo dei Santi della Chiesa.
Una vita per i giovani e l’unità delle famiglie
Le vie della vocazione e della santificazione sono le due direttrici lungo le quali si è snodata la vita del “santo di Pianura”. É quanto sottolinea padre Giacomo Capraro, postulatore della causa di canonizzazione del beato Giustino Russolillo.
Don Giustino Russolillo ha dedicato la propria vita ai giovani chiamati da Dio ad essere sacerdoti o religiosi. Quale è la sua eredità?
Don Giustino Russolillo, sacerdote del clero della diocesi di Pozzuoli, passerà alla storia come l’apostolo delle vocazioni. Ma, nello stesso tempo, si può definire anche apostolo della santificazione universale. La sua relazione con il prossimo aveva un duplice scopo. La formazione dei santi era lo scopo della sua relazione con il prossimo: il santo, diceva, è il capolavoro di Dio, splendore della gloria del Signore. Poi c’è l’altro scopo: la formazione dei sacerdoti. Il sacerdote, diceva don Giustino, è il ministro di Dio nel fare i santi.
Don Giustino Russolillo è stato un parroco di periferia. Pianura, in quel tempo, era la periferia estrema di Napoli. In questo quartiere, don Giustino ha svolto la propria missione lavorando molto per i giovani e anche per l’unità delle famiglie…
Don Giustino fu ordinato sacerdote nel 1913 e nel 1920 divenne parroco. Spesso capitava durante il suo servizio di parroco che alcuni bambini gli dicessero di non sopportare più i litigi dei genitori. Questi bambini dicevano rivolgendosi a don Giustino: “Venite, portate una parola buona e forse cambieranno”. Spesso capitava che don Giustino, invitato dai piccoli, si recasse nelle case per incontrare i loro genitori. Con loro parlava della bellezza e della santità del matrimonio, del dovere nel dare il buon esempio ai figli per costruire cittadini di domani. Quando vedeva che gli animi si erano calmati, riferendosi al quadro del Sacro Cuore, diceva ai coniugi: “Quando tra di voi qualcosa non va bene, vuol dire che l’amore sta diminuendo ed è in crisi. Vi trovate in un momento pericoloso. Fate così: guardate quel Cuore che tanto ha amato e voi certamente migliorerete la vostra relazione. E ci guadagneranno i vostri figli e la società intera”.
La canonizzazione di don Giustino Russolillo è in particolare anche un segno di speranza per la città di Napoli e per il quartiere di Pianura dove il futuro di molti giovani è purtroppo funestato dalla criminalità organizzata…
Il Comune di Napoli ha patrocinato questo grande evento per dare un segno particolare ai giovani sull’esempio di questo sacerdote. Don Giustino passava la sua giornata, soprattutto dal 1913 al 1920, in mezzo aio giovani per far comprendere la dignità di ogni vocazione. E per instillare nei loro giovani cuori l’impegno alla fedeltà, per essere di sostegno alla società che ha bisogno proprio dei giovani.
Cosa direbbe oggi don Giustino Russolillo ai giovani di Napoli e in particolare di Pianura?
Don Giustino scriveva ai seminaristi e diceva questo: “Studiate assai! Non perdete tempo perché studiando riuscite a comprendere meglio come evolve la società. E poi, attraverso l’intelligenza, vi inserite nel processo evolutivo per rendere un servizio intelligente alla società che cambia.
La famiglia vocazionista
La Società delle divine vocazioni, conosciuta anche come “vocazionisti”, è stata fondata da don Giustino Russolillo a Pianura nel 1920. Un anno dopo vengono fondate le suore vocazioniste, con il compito di essere “madri delle vocazioni”. Il carisma vocazionista si lega alla ricerca, alla formazione e all’istruzione, specialmente tra i poveri, dei giovani che si sentono chiamati da Dio alla vita sacerdotale e religiosa. La famiglia vocazionista comprende i padri, le suore, e l’Istituto secolare della santificazione universale. Molti gruppi di laici condividono il carisma vocazionista: tra questi ci sono “Gli amici di don Giustino”, le Cooperatrici missionarie vocazioniste, i piccoli gruppi di preghiera “don Giustino”, i gruppi vocazionali parrocchiali, e molti altri. La famiglia vocazionista è presente in 18 Paesi, tra cui Italia, Spagna, Brasile, Stati Uniti, Nigeria, India e Indonesia.