Don Parrella sul caso della ragazza uccisa a Roma: lavorare su educazione e famiglia

Vatican News

Il casante dell’Opera don Calabria, per anni parroco nel quartiere romano di Primavalle, parla a Vatican News dell’efferato assassinio della giovane Michelle Maria Causo, trovata morta in un carrello da supermercato lasciato tra i cassonetti dei rifiuti, e sottolinea che oggi occorre un maggiore impegno educativo nei confronti delle nuove generazioni. Il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Reina: c’è una crisi valoriale ereditata dagli adulti

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Ha suscitato orrore e dolore l’omicidio della diciassettenne Michelle Maria Causo a Roma, nel quartiere di Primavalle. Il corpo della giovane è stato ritrovato mercoledì scorso in una busta della spazzatura, in un carrello da supermercato lasciato accanto ai cassonetti dei rifiuti. Dell’assassinio è indiziato un amico, un coetaneo, che la avrebbe accoltellata nella propria abitazione in seguito a una banale lite. 

Monsignor Reina: c’è un inaridimento della vita interiore

“Quanto è avvenuto è assurdo, inconcepibile, puro scatenamento di una folle violenza e sfrenata distruttività” è il commento di monsignor Baldo Reina, vescovo ausiliare del settore Ovest della diocesi di Roma. In una dichiarazione, il presule sostiene che la ragione dell’efferato atto sia da ricercare “nel persistente degrado della nostra civiltà in cui i giovani sono vittime sacrificali di un sistema alienante, incentrato sull’inaridimento della vita interiore e sulla insubordinazione rispetto alle regole della civile convivenza”.

Il disagio culturale odierno necessita di un rilancio educativo

Monsignor Reina ritiene che la realtà giovanile sia segnata “da una crisi valoriale che le giovani generazioni hanno ereditato dagli adulti”, e che “oscilla tra lo stordimento mortifero e il disinteresse per tutto”. Il presule osserva che “se il disagio è soprattutto culturale, non ci sono rimedi a portata di mano, se non un rilancio delle agenzie educative”, come famiglia, scuola, associazioni, movimenti e comunità cristiane, che possano “contrastare, attraverso la testimonianza, quella nociva deriva del pensiero, lo stordimento dell’anima e la dilagante ignavia che non danno gioia alcuna”.

Occorre sanare il cuore della persona umana

Per il presule la giustizia “si potrà ottenere nella misura in cui sapremo sanare ciò che è davvero malato: il cuore della persona umana, indipendentemente dall’età anagrafica”. Da qui l’invito ad una presa di coscienza collettiva, con l’auspicio “di un cambiamento negli stili di vita e nel significato stesso da attribuire all’esistenza umana”. “Come Diocesi di Roma – conclude monsignor Reina – ci stringiamo nella preghiera attorno ai familiari di Michelle Maria, soprattutto alla cara mamma, esprimendo le nostre più sincere condoglianze per l’immenso dolore che li ha colpiti”.

Don Parrella: aiutare le famiglie nel dialogo con i figli

“In questo momento bisogna ripensare, anzitutto, all’eduzione e alla famiglia”, dice a Vatican News-Radio Vaticana don Massimiliano Parrella, casante dell’Opera don Calabria. Nato e cresciuto nel rione di Primavalle, nello stesso quartiere è stato parroco, fino allo scorso anno, della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giuseppe. Conosce bene la realtà sociale della zona e la descrive come luogo dove si vive bene, “abbastanza tranquillo”, non più quello difficile e disagiato degli anni ottanta, “un quartiere sano”, che vive gli stessi problemi degli altri quartieri. L’omicidio di Michelle “è un fatto bruttissimo che va condannato”, sottolinea Parrella, “che ci deve portare a riflettere, ma che non deve condannare il quartiere ad essere etichettato come pericoloso”. Per don Parrella oggi “non si parla più di educazione, di educare i giovani, i ragazzi”, occorre inoltre “aiutare le famiglie a saper dialogare con i figli” e a relazionarsi con loro, “a saperli comprendere” e ascoltare. Oggi le famiglie, prosegue, non hanno tempo per ascoltare, corrono per stare al passo con i tempi e “faticano per portare il pane a casa”, si corre tutto il giorno e spesso non c’è il tempo per fermarsi “e non c’è tempo per ascoltare”. “Spesso i ragazzi hanno un grido silenzioso dentro, talvolta un grido d’aiuto che andrebbe ascoltato, o un grido del bisogno di presenza”.

Avvicinare i giovani condividendo i loro interessi

Don Perrella sostiene poi che, a livello educativo, nei riguardi dei giovani, occorre tornare a dire di “no”, essere meno permissivi per far capire loro “che non tutto è possibile”. Circa la presenza delle parrocchie nel quartiere di Primavalle, il casante dell’Opera di don Calabria evidenzia le diverse attività che vengono proposte, da quelle ricreative a quelle sportive, ma riconosce che oggi i ragazzi fanno fatica a scegliere la parrocchia. Occorrerebbe avvicinarli allora parlando il loro linguaggio, quello della musica, dello sport, quello digitale, si dovrebbero prendere a cuore i loro interessi. “La Chiesa può fare tanto attraverso i suoi pastori” prosegue don Parrella, che però ritiene il linguaggio di oggi della Chiesa poco comprensibile per i ragazzi. “Usiamo ancora categorie molto vecchie, che i ragazzi non sentono loro. Noto che quando ci sono delle proposte che parlano il loro linguaggio i ragazzi si interessano. Quindi la Chiesa – conclude – deve tornare a un linguaggio che parla alla gente e soprattutto ai ragazzi”.

Le iniziative di preghiera

La Comunità di Sant’Egidio, che da anni opera nella zona di Primavalle, ha organizzato per questa sera alle 19, nel quartiere, al Parco Dominique Green, una preghiera in memoria di Michelle e di tutte le vittime della violenza. Mentre lunedì una fiaccolata si svolgerà, sempre dalle 19, partendo dal liceo Gassman, lo stesso che frequentava Michelle, iscritta in una delle sezioni dell’indirizzo psipedagogico, ad organizzarlo sono stati il presidente e i rappresentanti della scuola.