Disabilmente mamme: quando l’amore supera ostacoli e pregiudizi

Vatican News

Silvia Giovanrosa e Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Le mamme sono “angeli senza ali”, scriveva un poeta. Alla vigilia del giorno in cui la Chiesa festeggia i Santi Angeli Custodi, ci piace raccontare la storia di chi ama senza condizioni e difende la vocazione e il desiderio di essere madre. Non esistono regole in amore e non dovrebbero esistere limiti. Don Tonino Bello scrisse che bisognerebbe amare senza moderazione. Parole che riecheggiano in un gruppo virtuale – ma non troppo – di donne che vuole coniugare maternità e disabilità.

Non esistono barriere del cuore

Chi stabilisce come debba essere una donna per poter diventare madre? A quali requisiti deve rispondere per assicurare la cura delle sue creature? La disabilità può essere una discriminante per stabilire se una donna sia o meno adatta a dare alla luce un figlio? Tra le tante barriere che la disabilità deve superare c’è anche quella legata alla maternità. Dal web arriva la risposta di tre donne, Antonella, Samantha e Margherita, che insieme aprono una pagina Facebook “ Disabilmente Mamme” per dimostrare a tutti come la disabilità sia un limite che può e deve essere essere superato. 

Combattere i pregiudizi

Margherita Rastiello è una delle autrici della pagina Facebook. Nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News sottolinea come spesso lei ed altre donne disabili siano viste, in relazione alla maternità, come folli od eroine. In realtà sono semplicemente mamme, come le altre. La necessità di comunicare questo sentimento ed anche di confrontarsi con altre persone in una situazione simile è alla base della nascita del gruppo che ora lavora per diventare un’associazione. 

Ascolta l’intervista a Margherita Rastiello

Come è nata questa pagina?

La pagina è nata prima di tutto per noi, per sostenerci, perché ci sentivamo mosche bianche, perché parlare di disabilità abbinata alla maternità era estremamente difficile. Le persone o ti vedevano come una scellerata o una super eroina. In realtà eravamo solo donne, con le stesse paure di tutte le altre, moltiplicate per la nostra disabilità, che nel nostro caso è essenzialmente motoria. Nella pagina ci confrontavamo su come affontare le difficoltà di tutti i giorni.

Oltre agli ostacoli che dovete quotidianamente superare, vi siete scontrate con un pregiudizio sociale per cui una donna, affetta da una qualsiasi disabilità, non è adatta ad essere madre?

Si, ti porto l’esempio di Antonella, l’ideatrice della pagina. Durante la gravidanza cercava, come facciamo tutti , consigli su Internet e si è imbattuta in una conversazione dove una donna disabile veniva letteralmente insultata per aver espresso il suo desiderio di diventare madre. Da lì è nata l’esigenza di combattere questo pregiudizio. Si può essere madri e disabili, con l’aiuto della famiglia, del partner, di medici che non ti ostacolano ma che ti trattano come una qualsiasi altra donna bisognosa forse di una maggiore attenzione.

Nel corso del tempo la pagina si è evoluta. Avete ora molti follower, create diverse iniziative per promuovere una giusta conoscenza della disabilità…

La pagina è su FB da un anno e mezzo. Anche noi siamo stupite dal seguito che abbiamo avuto. Ci siamo rese conto di quanto la gente abbia bisogno di chiedere e di sapere come gestisci la tua disabilità, come lavi un pavimento, come vesti un bambino…

Gli utenti della pagina solo solamente mamme o ci sono anche altre persone?

 L’utenza è molto variegata, ci sono mamme, donne che vogliono sposarsi o fidanzarsi, altre che cercano un bambino, quello che accomuna tutte è lo spettro della disabilità ovviamente ma ognuna di noi è in una diversa fase della vita.

Margherita tu hai detto che la disabilità fa parte di noi, ma non è noi. Da questa consapevolezza si può intraprendere un percorso che rende un limite un vero punto di forza?

C’è voluto un bel po’. Non ci arrivi subito, però quando lo capisci ti trasformi. Il limite c’è e ci sarà sempre, la nostra disabilità non sparisce, ma se trovo la strada per superalo posso dirlo a chi verrà dopo di me, perché la disabilità non passerà quando io sparirò. Se questo piccolo racconto può aiutare anche una sola persona la pagina ha raggiunto il suo obiettivo

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

I progetti sono tanti, continueremo a curare la pagina a fare i nostri incontri anche con degli specialisti, il nostro sogno nel cassetto, che si sta  aprendo, è diventare presto un‘associazione. Senza nulla togliere alla pagina Facebook, in questo modo magari potremmo avere quella visibilità buona, senza spettacolarizzazione, senza fare la Tv che piange, per far arrivare la nostra voce, affinché si capisca che la disabilità come detto è parte della vita ma non tutta la persona.