Un’antologia sui principali temi della fede tratti da omelie, catechesi e discorsi pronunciati durante il pontificato. “Il testo aiuta ad avvicinarsi al pensiero di un grande teologo del Novecento”, dice il curatore Luca Caruso, ricordando la prefazione in cui Papa Francesco traccia il profilo del predecessore
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Arrivare come una scintilla al cuore e alla mente del lettore. È questo l’obiettivo che si prefigge “Dio è sempre nuovo”, appena pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. “È la sintesi del pensiero e dell’opera di un testimone credibile che per tutta la sua vita si è messo al servizio della Chiesa”, afferma a Telepace il curatore del volume Luca Caruso parlando dell’importanza di alimentare la riflessione sulla ricerca del volto di Dio.
Teologia “in ginocchio”
Un percorso che ha segnato l’esistenza di Benedetto XVI, come confermano i suoi testi riportati nel volume. Omelie, catechesi e discorsi che secondo Caruso mostrano un elemento comune: “La volontà e il desiderio di condividere questo tesoro prezioso che lui ha trovato nello studio e nella preghiera”. Sono sterminati gli orizzonti che si aprono grazie a questa sintesi spirituale di Benedetto XVI. “Ratzinger è il maestro della fede che si rivolge al popolo di Dio”, sottolinea il curatore auspicando che il libro possa aiutare a trovare risposte alle domande della modernità. “Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio”, afferma Papa Francesco nella prefazione ricordando proprio questa vicinanza con la dimensione contemporanea.
Un tesoro da riscoprire
“È stato come avviarmi in una radura amplissima”, dice Caruso a proposito del lavoro di ricerca: “Il magistero di Benedetto XVI è veramente costellato da tesori da riscoprire”. Si parla delle virtù teologali, di famiglia, di preghiera, di gioia. Ma anche del binomio fede e ragione quale cornice narrativa per raccontare la forza e l’attualità del Vangelo. “In questo – prosegue Caruso – risuona quanto detto nell’Enciclica di Giovanni Paolo II Fides e ratio: la fede e la ragione come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza alla contemplazione della verità”.
L’arte e la bellezza
Una tappa fondamentale è rappresentata dalla bellezza – che si concretizza nell’arte – come via privilegiata per incontrare Dio. Anche Papa Francesco lo richiama nella prefazione rievocando implicitamente altri pontefici del Novecento: da Pio XII, il quale nel 1953 istituì la Messa degli artisti presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, fino ad arrivare a Paolo VI che incontrò più volte gli artisti nella Cappella Sistina ispirando i suoi successori a celebrare questa ricorrenza. “In Papa Benedetto – precisa Caruso – c’è l’invito a seguire la via della bellezza che permette di avvicinarci all’eterno e quindi di cogliere la bellezza stessa di Dio”.
Piccole tessere del grande mosaico della storia
Indicazioni alla portata di tutti, così come la chiamata alla santità che riguarda ciascun battezzato e che non ha nulla a che vedere con super poteri e altre cose straordinarie. Papa Benedetto – spiega Caruso – lo ha ribadito in occasione della Giornata mondiale della gioventù di Colonia dove sono sepolti i Magi. “Ha individuato proprio i Magi come coloro che sono alla testa di una processione sconfinata che travalica le epoche e i confini e che avanza verso l’assoluto di Dio”. Un invito rivolto a ciascuno di noi: “Essere come piccole tessere del grande mosaico della storia che – conclude Caruso – alla fine sarà il volto di Dio, che è un volto di misericordia e di speranza”.