Czerny: l’Amazzonia fondamentale per l’umanità, creare modelli di sviluppo

Vatican News

Il cardinale prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale a Manaus, in Brasile, partecipa all’Assemblea della CEAMA (Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia), conclusa oggi 11 agosto: “Un seme di speranza nato da un processo di ascolto e di accompagnamento dei popoli”

Padre Luis Miguel Modino * – Manaus

Prosegue la visita del cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, a Manaus, in Brasile, dove il porporato partecipa all’Assemblea della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA), che – al via l’8 agosto – si conclude oggi venerdì 11. Una presenza che lo stesso porporato ha definito “fondamentale per il nostro Dicastero oggi”: “Ci incontriamo e ci accompagniamo nel cammino che la CEAMA sta facendo”.

“Vivere e curare il processo ecclesiale dell’Amazzonia” 

Czerny nel suo intervento ha riflettuto sul tema “Vivere e curare il processo ecclesiale dell’Amazzonia” e ha parlato della recente visita di una delegazione del Dicastero per lo Sviluppo umano tra le Reti Ecclesiali, l’incontro quindi con “le vite e le voci dei territori” che è stato “un privilegio”: “La visita ci ha fatto molto bene perché ci ha permesso un’esperienza di incontro, di ascolto e di ricerca di possibilità per camminare insieme di fronte alle sfide del nostro tempo, un momento di condivisione e di scambio”.

Il cardinale ha citato le parole di Marcivana Sateré, leader indigena che vive a Manaus, che ha detto: “La nostra identità viene dal territorio”, invitando a “riconoscere nel volto del popolo indigeno il volto di Dio”.  Quindi ha spiegato l’importanza di accompagnare e sostenere i processi ecclesiali in Amazzonia, con la chiamata a prendersi cura di questi biomi.

Il cardinale Czerny all’assemblea della CEAMA

CEAMA, una proposta del Sinodo per l’Amazzonia

Non è mancata, nell’intervento del porporato, la citazione di Querida Amazonia, l’esortazione post-sinodale di Papa Francesco, pubblicata dopo il Sinodo sulla Regione Pan-Amazzonica dell’ottobre 2019. Invitando a seguirne le indicazioni e appofondirne i contenuti, Czerny ha affermato che la CEAMA è un frutto di quel Sinodo, durante il quale “i temi trattati” sono strati il risultato di un “discernimento vivo”, “emanazione dalle voci di denuncia e di annuncio del territorio” e “parte di un’esperienza di incarnazione ecclesiale che continua a muoversi in questo luogo teologico, l’Amazzonia”. In questo senso, “l’impegno a cercare un’esperienza di convergenza dalla differenza” è una conseguenza del fatto che l’Amazzonia e i suoi popoli sono una fonte di vita, così come le molteplici minacce e i sogni espressi da Papa Francesco in Querida Amazonia.

Il popolo di Dio con gli occhi aperti

Soffermandosi sul’assemblea della CEAMA, che si riunisce come Popolo di Dio con “occhi aperti” e apertura agli orizzonti dello Spirito, il capo Dicastero ha ricordato la figura del cardinale Claudio Hummes, “primo presidente e instancabile promotore della CEAMA”, che ha sempre “insistito sul fatto che la Chiesa avrà compiuto la sua missione in questo territorio solo quando i popoli e coloro che abitano questo territorio saranno soggetti della loro storia”.

Il prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano integrale ha inoltre richiamato il Documento di Aparecida dove, ha evidenziato, la parola che più si ripete è “vita”, più di 600 volte. Quel documento, ha detto, è un invito a “svolgere attività pastorali per portare un messaggio di speranza a coloro che soffrono per le molte colpe, i dolori e gli ostacoli che devono affrontare”. Una pastorale del Buon Samaritano, “per chinarsi verso coloro che sono feriti nel nostro mondo, portandoli sulle nostre spalle, e fornendo ciò che è necessario affinché possano rimettersi in piedi e recuperare la loro dignità di figli amati”.

Il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale

Seme di speranza

In questa prospettiva, Czerny ha detto di vedere la CEAMA come “un seme di speranza che nasce da un processo di ascolto e di accompagnamento dei popoli”, una espressione di “vino nuovo in otri nuovi” che nasce dall’accompagnamento del territorio ed esprime l’unità nella diversità della nostra Chiesa, e la sua chiamata a una prassi sinodale sempre maggiore”.  Il Cardinale vede la CEAMA come qualcosa che “vuole essere una buona notizia e uno strumento per far vivere i frutti del Sinodo associati”.

Da qui la triplice chiamata a “creare consapevolezza nelle Americhe dell’importanza dell’Amazzonia per tutta l’umanità”, stabilire “un approccio pastorale globale con priorità differenziate per creare un modello di sviluppo che favorisca i poveri e serva il bene comune”, “sostenere, con le necessarie risorse umane e finanziarie, la Chiesa dell’Amazzonia affinché continui ad annunciare il Vangelo e a sviluppare la sua attività pastorale nella formazione di laici e sacerdoti”.

Centro per la Comunicazione del Celam