“Custodi del bello”, decoro e dignità contro la cultura dello scarto

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Il progetto promosso dalla Conferenza Episcopale italiana, già attivo in 12 comuni, intreccia la cura di luoghi pubblici con risposte concrete e opportunità di lavoro a persone che vivono un disagio economico, tra cui poveri, migranti e disoccupati. Luciano Marzi, coordinatore nazionale e portavoce di questa iniziativa: vogliamo portare questa via di bellezza in altre città italiane

“Custodi del bello”, una iniziativa rigenerativa.

Negli ultimi due anni si è registrato un incremento delle persone coinvolte. Luciano Marzi, soffermandosi sulle parole rivolte da Papa Francesco lo scorso 30 settembre ai partecipanti al progetto “Custodi del bello”, sottolinea che le persone ai margini della società rispondono a questa iniziativa con “senso di responsabilità” e con il desiderio di “rimettersi in gioco”. Questa presa di coscienza, da parte dei “Custodi del bello”, “cambia il loro volto” e lo sguardo della società su di loro. Tra i monumenti di Firenze, tre le vie di Matera, a Milano, a Savona e in altre città l’opera di questi custodi non è passata inosservata. La via della bellezza, aggiunge Luciano Marzi, è “un atto di amore verso il prossimo, vero le comunità, verso luoghi che ci appartengono”. Un servizio che porta a rigenerare le città e degli angoli invasi dal degrado attraverso il lavoro e la collaborazione di persone che sono fragili ma che possono riscattarsi. Le parole pronunciate da Papa Francesco – conclude Luciano Marzi – confermano che la strada intrapresa alcuni anni fa è giusta e appassionante. Una via, quella della bellezza, da ampliare e da portare in altre città.