Cristiani e buddisti uniti a servizio dell’umanità

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano

“Buddisti e cristiani. Promuoviamo la cultura della cura e della solidarietà”, così si intitola il Messaggio per la celebrazione della Festa di Vesakh 2021, diffuso dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e firmato dal presidente, cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot e dal segretario, monsignor Kodithuwakku K. Indunil J.

Una chiamata alla collaborazione a servizio dell’umanità

“Che la festa annuale della nascita, illuminazione e trapasso di Gautama Buddha arrechi gioia, serenità e speranza ai cuori dei buddisti in tutto il mondo”, è l’augurio iniziale, con lo sguardo che si rivolge subito all’attuale situazione mondiale segnata dalla pandemia, che “sollecita i seguaci di tutte le religioni a collaborare in modi nuovi al servizio della comune umanità”. Come ribadito spesso da Papa Francesco, è urgente, si ricorda, “una solidarietà universale che consenta all’umanità di superare insieme le difficili crisi da cui è minacciata”. Sulla base dei valori condivisi e la collaborazione sempre cercata, “siamo chiamati a scoprire e praticare la solidarietà racchiusa nelle nostre rispettive tradizioni religiose. Guida sicura sono le parole di Papa Francesco che nel Messaggio per la Giornata della Pace 2021 rievocava episodi della Bibbia affermando che in tali “racconti così antichi, ricchi di profondo simbolismo, era già contenuta una convinzione oggi sentita: che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri’”.

L’insegnamento di Buddha sulla solidarietà

Nel Messaggio si cita l’insegnamento buddista sui Brahmavihara, le quattro dimore o virtù celesti, che “offre un messaggio sempre valido di solidarietà e cura attiva”, esortando i seguaci “a coltivare l’amore sconfinato verso tutti”. E, come esempio, si cita: ‘Come una madre protegge il figlio anche a costo della vita, così si coltivi una gentilezza d’amore incommensurabile verso tutti gli esseri viventi’ (Mettā Sutta). Anche i medici, si legge ancora nel Messaggio, “sono ugualmente incoraggiati ad ‘affrettarsi nel compiere le opere buone, astenendosi dal male, perché chi è lento nel fare il bene tende a compiacersi nel fare il male’ (Dhammapada)”. L’auspicio conclusivo è che la drammatica situazione attuale rafforzi i reciproci legami di amicizia e veda cristiani e buddisti ancora più uniti “nel servizio alla famiglia umana”, e impegnati nel praticare la cultura del dialogo.