Tiziana Campisi – Città del Vaticano
I contenuti del documento finale approvato ieri da Cop27 non sono sufficienti per la lotta al cambiamento climatico. Sulle decisioni della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, riunitasi dal 6 al 18 novembre a Sharm el-Sheikh, in Egitto, sono piovenute una valanga di critiche, tra le quali quella del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che chiede di “ridurre drasticamente le emissioni, ora”. Guterres commenta come la Cop 27 non abbia affrontato il tema e il fatto che il fondo per i Paesi più vulnerabili pur restando essenziale, non è una risposta alla crisi climatica che “spazza via una piccola isola dalla mappa, o trasforma un intero paese africano in un deserto”. “Il mondo ha ancora bisogno di un passo da gigante sull’ambizione climatica – aggiunge il segretario generale – la linea rossa che non va superare è quella che porta il nostro pianeta oltre il limite di 1,5 gradi di temperatura”.
Occorre ridurre le emissioni velocemente
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia definisce un passo positivo l’accordo sulle perdite delle persone e i danni alle cose provocati dagli impatti della crisi climatica, ma teme che possa diventare un “fondo per la fine del mondo” se i Paesi non si muoveranno molto più velocemente per ridurre le emissioni e limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi. “I leader hanno perso l’occasione di accelerare l’eliminazione dei combustibili fossili – prosegue Midulla – così continueremo ad andare dritti contro il muro delle conseguenze più catastrofiche della crisi climatica. Senza tagli rapidi e profondi alle emissioni, non potremo limitare l’entità delle perdite e dei danni, che deve essere il nostro primo obiettivo”.
Le decisioni della Cop27
La Cop27 invita a mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali – cosa che necessita una riduzione delle emissioni del 43% fino al 2030 – e sottolinea l’importanza della transizione alle fonti rinnovabili, auspicando l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Chiede però soltanto la riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute. Con gli impegni di decarbonizzazione attuali, tuttavia, il taglio di emissioni sarebbe solo dello 0,3% al 2030 e gli Stati che non hanno ancora aggiornato i loro obiettivi di decarbonizzazione (Ndc) sono invitati a farlo entro il 2023. Nel documento non c’è alcun accenno alla riduzione o alla eliminazione dell’uso dei combustibili fossili, come avevano chiesto diversi Paesi, ma c’è l’invito a cancellare i sussidi alle fonti fossili, solo quelli “inefficienti” però. Per far fronte al riscaldamento globale, si domanda di aumentare i fondi necessari agli adeguamenti e, per arrivare a zero emissioni nette nel 2050, di investire, fino al 2030, 4mila miliardi di dollari all’anno in rinnovabili. Per la prima volta, poi, si parla di un fondo per i ristori delle perdite e i danni del cambiamento climatico nelle nazioni più vulnerabili, per il quale gli Stati nomineranno un Comitato transitorio con il compito di preparare un progetto da presentare alla Cop28 del prossimo anno, a Dubai, con l’obiettivo di approvarlo e di farlo entrare in funzione per quella data. Viene previsto, inoltre, un sistema di primo allarme per gli eventi meteorologici estremi.