Lisa Zengarini – Città del Vaticano
“Un segno di amore e guarigione” che “cerca di sanare le ferite della popolazione sofferente del Medio Oriente, in particolare dell’Iraq”. Così il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Mecc) ha commentato la visita di tre giorni di Papa Francesco in Iraq, terminata questa mattina con la partenza dell’aereo papale da Baghdad alla volta di Roma. In una nota, il Segretario Generale del Mecc, Michel Abs, ha sottolineato che la visita del “Pontefice della fratellanza umana” è “un richiamo alla fermezza di fronte all’oscurantismo, alla violenza e all’annientamento” in “uno dei momenti più critici della storia moderna”.
Occasione di riconciliazione
Osservando la partecipazione di tutte le componenti della società irachena agli incontri con il Papa, Abs sottolinea l’importanza religiosa, ma anche politica per il Paese di questo evento “storico”, che offre un’occasione di “riconciliazione tra fratelli in una società ricca di risorse e di innovazione, dopo che erano stati alienati l’uno dall’altro da guerre e trasformazioni globali”. In questo senso, afferma, “la visita di Papa Francesco può costituire senza dubbio un cambio di passo nei rapporti tra le varie componenti di una società unificata, ma annegata nelle sabbie mobili degli interessi internazionali”.
Per il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente questa “visita benedetta” è, inoltre, in sintonia con gli obiettivi che l’organismo ecumenico si è prefisso dal suo inizio mezzo secolo fa “di riunire persone e gruppi di varie affiliazioni”.
Membro del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), il Mecc riunisce 27 Chiese di 8 paesi in Medio Oriente e del Nord Africa appartenenti a quattro famiglie (ortodossa, ortodossa orientale, evangelica e cattolica) con l’obiettivo di costruire ponti tra le Chiese mediorientali e le Chiese di tutto il mondo ed esprimere una voce cristiana comune nella regione, rafforzando la presenza e la testimonianza delle Chiese in Medio Oriente.