A New York oltre 50 compagnie leader a livello mondiale uniscono le forze per risolvere la crisi idrica globale. Dieci nuovi Paesi si uniranno alla Convenzione ONU sull’acqua
Edoardo Giribaldi – New York
Sin dalla giornata inaugurale della Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, governi e diverse grandi compagnie hanno condiviso l’impegno ad attuare politiche in favore del sesto Obiettivo di sviluppo sostenibile, che si prepone di garantire “la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienici per tutti.” Nella ricorrenza della Giornata mondiale dell’Acqua, il 22 marzo, oltre 50 tra le più grandi aziende a livello globale, che operano in oltre 130 Paesi e danno lavoro a 2 milioni di persone, hanno lanciato il Business Leaders’ Open Call for Accelerating Water Action, come spiega il comunicato stampa rilasciato da United Nations Global Compact. L’appello rappresenta sia “una chiamata senza precedenti all’azione del settore privato,” sia un “impegno unificato del settore aziendale per la Water Action Agenda,” che sarà il documento redatto a conclusione della Conferenza. Sanda Ojiambo, direttore esecutivo di United Nations Global Compact, ha sottolineato come “le aziende siano i maggiori utilizzatori di acqua al mondo,” rimarcando il loro interesse a “garantire che le risorse idriche siano gestite in modo responsabile, equo e sostenibile. Dobbiamo fare in modo che il settore privato diventi un buon custode delle risorse idriche”.
La Convenzione ONU sull’acqua
Un altro notevole risultato è stato raggiunto con l’impegno di dieci Stati tra Africa, Medio Oriente e America Latina ad aderire all’accordo delle Nazioni Unite noto come Water Convention. Il Sottosegretario esecutivo dell’Unece, Olga Algayerova, ha sottolineato l’importanza di questo documento, definendolo un “potente strumento globale per fare progredire la cooperazione idrica oltreconfine. Dalla sua adozione, nel 1992, sono stati firmati più di 100 accordi sulle acque condivise.” Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha invitato tutti gli Stati membri ad aderire alla Water Convention, sottolineando la sua efficacia nel “fare progredire la cooperazione e prevenire conflitti”. Guterres ha individuato diverse aree di azioni nella lotta alla crisi idrica: colmare il divario nella gestione dell’acqua, che ne garantirebbe l’accesso paritario in tutto il mondo; investire in infrastrutture e sistemi idrici e igienico-sanitari; affrontare i problemi più urgenti legati al cambiamento climatico.
Le superfici transfrontaliere
La partecipazione alla Water Convention non è stato l’unico sforzo congiunto tra Stati durante la sessione plenaria della Conferenza. Il Presidente della Slovenia, Nataša Pirc Musar, parlando a nome della Coalizione per la cooperazione transfrontaliera sull’acqua, ha sollecitato l’attuazione di nuove ed efficaci politiche sui bacini transfrontalieri, “che rappresentano il 60% dei flussi di acqua dolce del mondo, da cui dipendono più di 3 miliardi di persone.” La Coalizione, che comprende un totale di quaranta Stati, ha dichiarato come “la cooperazione sulla superficie transfrontaliera” sia essenziale per promuovere “lo sviluppo economico sostenibile, la salute umana e ambientale, la biodiversità, l’azione e la resilienza climatica, la riduzione del rischio di disastri e la pace.”
“Acqua per la cooperazione”
Il monito ha anticipato gli incontri e i dialoghi interattivi di oggi, incentrati sul tema “Acqua per la cooperazione” e su come la comunità internazionale possa capitalizzare al meglio l’acqua come motore della pace a tutti i livelli.