VATICAN NEWS
Fra Giulio Cesareo, 43 anni, dal 2017 responsabile della Libreria Editrice Vaticana, lascia l’incarico per obbedire alla richiesta del Ministro generale dell’ordine dei Frati Minori conventuali che nei mesi scorsi gli ha chiesto di diventare il responsabile dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di Assisi e della Casa Editrice Francescana della città del Poverello. Il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, lo saluta con queste parole: “Fra Giulio è stato in questi anni un collaboratore prezioso, creativo e lungimirante. Fondamentale nella guida del processo di riforma della Comunicazione della Santa Sede e di integrazione della LEV nel Dicastero. Si devono a lui alcune importanti iniziative della LEV quali la collana Scambio di doni che ha contribuito a far crescere il dialogo ecumenico. Siamo contenti per lui, per il nuovo importante incarico che gli è stato affidato. E dispiaciuti per noi, perché non lo avremo più alla guida della LEV. Ma abbiamo la certezza di un legame che rimane nell’amicizia e nel comune servizio alla comunicazione della Chiesa”. Vatican News ha intervistato fra Giulio, che a partire dal 1° luglio lascerà Roma per Assisi.
Lei è entrato alla LEV come responsabile nel momento in cui si stava attuando la riforma della comunicazione dopo la creazione del nuovo Dicastero. Che cosa hanno significato per lei questi anni nella casa editrice del Papa?
Sono estremamente grato a Dio, alla Chiesa, a Papa Francesco, e alle diverse persone che, a vario titolo, hanno permesso che svolgessi questo servizio presso la Libreria Editrice Vaticana. Sin dal mio arrivo hanno sempre risuonato con forza le parole di Papa Francesco in Evangelii gaudium quando afferma che il tempo è superiore allo spazio, e cioè che è più importante accompagnare dei processi rispetto a occupare spazi di potere. Ho percepito allora la mia funzione come una mediazione per favorire questo cammino di integrazione della LEV all’interno del Dicastero per la Comunicazione. Come tutti i processi, è ancora in corso, però ho già avuto la grazia di cominciare a vedere alcuni frutti di questa Integrazione dei media vaticani, sotto la forma della convergenza, della collaborazione, dell’amicizia e di una maggiore efficacia. In un Dicastero così grande, infatti, il confronto – a volte anche scomodo – è quotidiano con i superiori, con i colleghi, con le persone che incontriamo: ma è solo così che possono nascere idee originali, creative, nuove… a servizio della missione del Santo Padre nella Chiesa. Ora, come sappiamo infatti, il Papa è in qualche modo il segno visibile che la Chiesa è una, perché nella comunione con lui tutti noi credenti, sparsi per il mondo intero, diversi per lingua e cultura e sensibilità, ci ritroviamo visibilmente e concretamente un solo corpo. È questa l’unità della Chiesa cattolica, una unità plurale, alla maniera che poliedro, sempre rifacendomi alle parole di Papa Francesco. Allora per me lavorare a servizio della missione del Santo padre ha significato operare concretamente per l’unità della Chiesa, affinché risplenda nella diversità l’unità di tutti nel Signore Gesù con Pietro e in obbedienza a Pietro. E francamente è proprio bello: credo che per nessun battezzato non ci sia attività lavorativa più bella che mettere a servizio della comunione dei fratelli quello che si è, quello che si sa, ciò che si è disposti a imparare, il proprio tempo…
Il mondo dell’editoria vive da tempo una crisi profonda. Il settore dei libri però nell’ultimo periodo sta ripartendo. Come giudica lo stato della LEV in questo momento?
La LEV è una realtà fatta di persone con grandi potenzialità e professionalità, da cui ho imparato molto, sia a livello lavorativo che umano, appunto. In modo particolare sento di ringraziare particolarmente le donne con cui ho collaborato in questi anni: sono state davvero un dono grande nell’aprire orizzonti, visioni e prospettive arricchenti. Un grazie di tutto cuore! Tornando a LEV, credo che queste potenzialità – da sviluppare certo ulteriormente e creativamente – nel promuovere la conoscenza e la diffusione dell’insegnamento delle parole del Papa possono davvero contribuire a fare cultura, a fare cioè in modo che le persone, credenti e no, possano “metabolizzare”, gli insegnamenti di Pietro affinché divengano carne, idee, progetti, stili di vita nei vari campi dell’esistenza di tutti noi: dall’economia alla politica, dalla famiglia al lavoro, dalla vita ecclesiale alle istituzioni… Accanto a questo ambito sono sempre più convinto che la Libreria Editrice Vaticana abbia anche il compito, con discernimento e lungimiranza, anche economici, di riportare in questo centro visibile dell’unità della Chiesa che è Roma, le voci significative ma magari marginali, poco conosciute, non ascoltate, della Chiesa delle periferie del mondo. E anche questa mi sembra una bellissima missione, da realizzare in collaborazione sempre più autentica con gli altri partner italiani e internazionali, che in qualche modo cerca anche di reagire alla grande crisi dell’editoria attraverso una sempre maggiore tensione alla qualità culturale ed ecclesiale della propria produzione. Forse sono un po’ ingenuo o idealista, ma sono davvero convinto che la politica dei piccoli passi in questa direzione produrrà risultati significativi e duraturi.
L’anno appena trascorso è stato caratterizzato dalla pandemia. Come avete affrontato questo momento?
Nel contesto delle idee nate all’interno del dicastero dal confronto tra di noi di cui parlavo prima, sono emerse alcune belle risposte alla situazione della pandemia. Proprio durante il lockdown dello scorso anno abbiamo offerto un libro in 6 lingue scaricabile gratuitamente in formato PDF (il titolo è Forti nella tribolazione) che veniva aggiornato ogni giorno con l’omelia quotidiana del Papa e con altre risorse utili a vivere nella fede una sfida a cui nessuno di noi era veramente preparato. Avevamo messo a disposizione anche una Bibbia per bambini, sempre in formato PDF scaricabile, e sappiamo che anch’essa è stata uno strumento per accompagnare i piccoli in quei giorni. Infine, sempre lo scorso anno, abbiamo pubblicato le bellissime catechesi di Papa Francesco per cominciare a sognare un mondo nuovo post-pandemia, dal titolo Guarire il mondo, e il volumetto La vita dopo la pandemia. Anche questi libri, in più lingue, sono state a lungo disponibili come PDF gratuiti.
Come la LEV sta cercando di mettere in pratica la creatività di cui parla spesso il Papa nel tentativo di parlare a tutti?
Nella Chiesa la creatività può nascere solo dalla comunione e dalla collaborazione. Perciò in questo mio servizio ho cercato come ho potuto e come sono stato capace, di mettermi in ascolto di idee, progetti, provocazioni, a volte anche scomode e difficili da attuare, dei collaboratori, dei partner, degli autori, ecc., perché solo così possono nascere dei progetti che non sono il frutto di un’intuizione solitaria, per quanto originale, ma sono a servizio e per il bene del maggior numero di persone. Non siamo riusciti a fare tutto quello che c’è stato consigliato, tuttavia in questo confronto sono emersi progetti che avevano proprio l’obiettivo di favorire la diffusione il più possibile capillare e allargata del messaggio e delle parole del Papa. Ricordo per esempio la nascita di una collana nuova che si chiama Celebrare, sulla scia di alcuni input ricevuti dai superiori del Dicastero e da alcuni colleghi, che mi invitavano a pensare una produzione del magistero il Papa che fosse semplice, per tutti, ma allo stesso tempo non banale o scontata. In un paio d’anni sono oramai a disposizione 7-8 volumetti (pubblicati anche in altre parti del mondo e in varie lingue) di questa serie, pensati per vivere i diversi momenti dell’anno e della vita delle persone con il Santo Padre Francesco, serie a cui io – a dire tutta la verità – non avevo proprio pensato! Ecco un esempio, c’è ne sarebbero altri, ma sono convinto che chi assumerà questo nuovo servizio non sarà parco di novità e idee creative!