Centinaia di morti in Malawi per il tifone Freddy

Vatican News

Con il passare delle ore aumentano i numeri delle vittime. Colpiti anche Madagascar e Mozambico, ma è il Malawi a pagare un prezzo altissimo, considerando anche l’epidemia di colera che solo a febbraio ha causato oltre mille morti

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Il ciclone Freddy ha colpito uno dei Paesi più poveri del continente africano, dove quasi un bambino su due soffre di malnutrizione e due cittadini su tre vivono con non più di un dollaro al giorno. Il Malawi conta le vittime e continua senza sosta nella ricerca dei dispersi, anche se le speranze diminuiscono con il passare delle ore. I morti sono oltre 300, ma il ciclone ha ucciso anche 73 persone in Mozambico e 17 in Madagascar. 

Centinaia di migliaia gli sfollati

Formatosi all’inizio di febbraio al largo delle coste australiane, Freddy si appresta ormai a diventare tra i cicloni più lunghi mai registrati nella storia, avendo compiuto già una traversata est-ovest attraverso l’Oceano Indiano pari ad 8mila chilometri, un evento senza precedenti. Il 21 febbraio Freddy ha toccato per la prima volta la costa orientale del Madagascar, uccidendo 7 persone. Il vortice atmosferico, che ha imperversato per oltre un mese, ha poi colpito il Mozambico, uccidendo 10 persone. Quindi è tornato indietro e ha colpito una seconda volta il Madagascar all’inizio di marzo, uccidendo altre 10 persone. Poi di nuovo in Mozambico, dove è costato la vita ad altre 63 persone. Negli ultimi giorni è stato il Malawi, che durante il primo ciclone aveva avuto solo un aumento delle precipitazioni, il Paese messo in ginocchio dal fenomeno atmosferico: 326 i morti, numerosi i dispersi, circa 187mila gli sfollati. Questi ultimi si aggiungono ad altre decine di migliaia di persone nei Paesi limitrofi. 

Gli effetti nel lungo periodo

L’attenzione ora va agli effetti che si vedranno nei prossimi giorni, a partire già dalle settimane successive al passaggio del ciclone. Il timore di autorità e soccorritori in particolare è che la fine delle raffiche di vento e pioggia sia solo il preludio di una crisi più ampia, con un effetto domino già visto per altre calamità naturali. Il Malawi sta infatti fronteggiando una delle peggiori epidemie di colera della sua storia, con oltre 40mila casi diagnosticati ed oltre mille vittime solo lo scorso febbraio. Dopo quanto accaduto, i casi potrebbero aumentare e occorre fare i conti anche con la scarsità di vaccini e medicinali. Le autorità del Malawi hanno dichiarato 14 giorni di lutto nazionale per le vittime del ciclone. 

La preghiera del Papa 

Domenica 12 marzo al termine della preghiera mariana dell’Angelus, il Papa ha rivolto il suo pensiero alla popolazione colpita dal ciclone Freddy. Cinque giorni fa i numeri delle vittime erano inferiori a quelli attuali, ma la vicinanza di Francesco giungeva già a donne, uomini e bambini feriti dal vortice atmosferico:

Prego per i defunti, i feriti e gli sfollati. Il Signore sostenga le famiglie e le comunità più provate da questa calamità