Christine Seuss e Antonella Palermo
“Fa bene incontrare comunità di credenti che vivono il presente con speranza, aperti al futuro, e condividono questo orizzonte con i più bisognosi”, così Papa Francesco nel saluto di congedo da Cipro al termine della Messa allo stadio di Nicosia. “Penso, in particolare, ai migranti in cerca di una vita migliore – ha detto – con i quali trascorrerò il mio ultimo incontro su quest’isola, insieme ai fratelli e alle sorelle di varie confessioni cristiane”. E in effetti, una delle delle cifre distintive del viaggio apostolico di Francesco a Cipro e in Grecia riguarda proprio la condizione delle persone migranti, tanto che la preghiera ecumenica con i migranti, in programma oggi alle 16 ora locale, le 17 in Italia, nella chiesa di Santa Croce a Nicosia, è tra i momenti più attesi della sua permanenza sull’isola. Previsto l’intervento di quattro giovani migranti che offriranno la propria testimonianza e di un membro di Caritas Cipro. Il Papa pronuncerà un discorso e al termine avrà modo anche di salutare alcuni rappresentanti dell’associazione Religious Track.
Elizabeth Kassinis lavora per Caritas Cipro e illustra i modi attraverso cui l’organizzazione aiuta chi arriva da situazioni drammatiche ed è bisognoso di tutto. Ribadisce peraltro quanto il flusso di migranti che sta cercando di entrare in Europa da diverse regioni sia “la cosa che probabilmente ha avuto un enorme impatto sociale sull’isola” e che si è andata innestando sulla già difficile ripresa dalla pandemia ancora in corso e da tutte le conseguenze economiche e sanitarie associate. Essendo al crocevia di diversi continenti, infatti, Cipro “non è indifferente agli sviluppi regionali nell’area, naturalmente: pensiamo alla situazione in Medio Oriente, Libano, Siria”.
L’impatto socio-economico delle migrazioni sulla popolazione
“Caritas aiuta tutti i vulnerabili, i poveri, gli emarginati. La situazione è abbastanza difficile, c’è stato un aumento drammatico. Cipro sta ricevendo attualmente più richiedenti asilo che in tutta Europa”, in proporzione alla popolazione. La Comunità di Sant’Egidio, che osserva il fenomeno, parla di 17mila richieste. Caritas è dunque in prima linea, ha aperto un dialogo con l’Unione europea sulla condivisione degli oneri. “Una delle stime più recenti del governo – riferisce Kassinis – registra che ci sono un centinaio di persone che ogni settimana attraversano la linea verde di divisione tra nord e sud. E così i servizi sociali di salute pubblica sono sopraffatti e sfidati a tenere continuamente il passo. La situazione per i richiedenti asilo, in particolare, è abbastanza terribile”, continua. “Risulta complicato garantire immediati soccorsi materiali. Il mercato degli alloggi è molto, molto ristretto. Le persone dormono per strada, in condizioni molto insalubri e non sicure, spesso. Alcuni sono stati anche messi a dura prova nel tentativo di trovare lavoro”. Viene sottolineato che l’economia cipriota risente ancora della profonda crisi che l’ha travolta quanche anno fa. La Caritas lavora per cercare di assistere queste persone nel loro cammino, per tutto quello che riguarda i documenti, gli aspetti amministrativi. Non viene trascurato inoltre il lavoro con le scuole dove vengono sostenute persone con particolari fragilità. “Ci sono gruppi di locali tra cui lavoratori domestici, agricoli che non hanno più occupazione e precipitano in uno stato di povertà. E così abbiamo avuto un enorme aumento del bisogno di aiuti alimentari nell’ultimo anno”.
“Fare tutto il possibile per garantire i diritti dei vulnerabili”
“Penso che l’enfasi di Papa Francesco sull’importanza della condivisione, della cultura dell’incontro sia molto importante per aumentare la consapevolezza”, dice Elisabeth. “Tutte le società, del resto, si trovano a dover gestire i nuovi arrivati, con alle spalle vissuti sconvolgenti. Credo che la speranza di tutti è di far luce sulla necessità di rispettare la dignità umana, di fare tutto ciò che possiamo come società per assicurarci che le persone abbiano un accesso adeguato ai loro diritti e che, se hanno richieste di protezione internazionale, le ottengano nelle modalità corrette e adeguate. E c’è da sperare che poi – scandisce – tutto quello che deve essere fatto per risolvere a lungo termine le situazioni complesse di ogni individuo venga realizzato”. Kassinis non si esime dall’accennare anche alla forte tensione vissuta da chi arriva nella comunità turco-cipriota e che poi è costretta a trovare una strada usando mezzi diversi, anche irregolari. “Rischiano la loro vita facendo quest’ultimo passo nel viaggio per presentarsi e chiedere asilo. Per quanto ne so – aggiunge – ci sono organismi locali che cercano di aiutare le persone in difficoltà”.
Lo sforzo a tutela dei migranti
In questo contesto assai complesso, il Presidente della Repubblica nel suo discorso di ieri durante l’incontro del Pontefice con le autorità locali, ha fatto riferimento all’iniziativa di trasferire un gruppo di immigrati da Cipro in Italia. E’ stato considerato “un messaggio forte sulla necessità di una indispensabile revisione della politica di immigrazione dell’UE”, ha detto Anastasiades, il quale ha anche ricordato la recente visita di Francesco al Centro di Accoglienza dei Gesuiti a Roma e le parole, condivise, pronunciate dal Papa in quella circostanza. “Il popolo di Cipro ha sperimentato in alto grado e conosce meglio di chiunque altro il dolore dello sradicamento e dell’essere cacciati dalle proprie case paterne. Come è ricordato in modo caratteristico negli Atti degli Apostoli, è a Cipro che trovarono rifugio anche i discepoli perseguitati, dopo la lapidazione del primo martire, Stefano”, ha detto il Presidente. Pur esprimendo le “innumerevoli difficoltà nella loro gestione”, è stato esplicitato l’impegno, come Governo, al “pieno rispetto per la tutela del diritto all’immigrazione e dei diritti umani degli immigrati”.
L’ecumenismo della carità
Il tema dei migranti non può essere disgiunto in questa realtà dall’ecumenismo e dall’agire insieme in modo intercofessionale sul fronte del sostegno al rifugiato. “Penso che siamo uniti con il mondo ortodosso – riprende Elisabeth, di Caritas Cipro – e sicuramente uniti nel nostro lavoro di carità. In termini pratici, le istituzioni non lavorano necessariamente insieme, ma sono complementari e Cipro è un luogo piccolo con una comunità molto forte”. Precisa che Cipro è a 40 miglia dalla costa del Medio Oriente e che ha una lunga tradizione di multiculturalismo con diverse religioni e tradizioni che si riuniscono e convivono rispettandosi a vicenda. Esprime, infine, il suo auspicio per i frutti che potrà portare nell’isola la presenza di Francesco: “Penso che una visita papale come questa porterà un’opportunità per la gente di Cipro di parlare delle loro preoccupazioni all’interno della regione e dei loro problemi con il Papa. Penso che ci sarà una risposta molto positiva e sarà significativa e, come ho detto, sottolineerà le connessioni storiche tra le fedi e, naturalmente, con l’Europa”.