Caritas, al via il convegno nazionale. Pagniello: “Riuniti per cercare le nuove povertà”

Vatican News

Oltre 600 delegati delle Caritas diocesane italiane si ritrovano a Salerno per affrontare le sfide delle nuove povertà, mettere a punto strategie di advocacy e coinvolgere le comunità di fedeli. Migrazioni, aree depresse e calo demografico le crisi che saranno al centro dei lavori. Il direttore: “Svogliamo un’azione di advocacy, per poter dire la sua rispetto a nuove politiche che si potrebbero fare”

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni” è questo il tema che fa da sfondo ai lavori del 43.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane, che si apre oggi, lunedì 17 aprile, a Salerno, alla presenza di oltre 600 delegati provenienti da tutta Italia in rappresentanza delle 220 Caritas diocesane.

Le sfide delle crisi attuali

L’evento si colloca in un momento particolare per la società e la Chiesa italiana – sottolinea in una nota la Caritas – con la drammatica guerra in Ucraina, alle porte dell’Europa, che dura da più di un anno e per la quale non si vedono prospettive di soluzione a breve; la recente tragedia dei migranti a di Cutro che ci riporta alla tragica quotidianità delle persone in fuga da guerra e povertà, e le tante crisi in atto, a partire da quella economica, ambientale e demografica. A guidare i lavori che proseguiranno fino a giovedì 20 aprile saranno anche le tre indicazioni consegnate alle Caritas da Papa Francesco nell’udienza del 26 giugno 2021, in occasione del 50.mo dell’istituzione di Caritas Italiana (1 luglio 1971): “Partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”.

Don Pagniello (direttore Caritas): azioni di advocacy sulla politica

“Ci riuniamo ancora una volta per dire che le Caritas in Italia sono il volto della Chiesa in uscita per abitare le periferie e cercare quei volti delle nuove povertà”, spiega a Vatican News don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana, “relazioni che non devono solo soddisfare i bisogni concreti ma anche scrivere legami di amicizia”. Don Marco si sofferma sulle sfide indicate delle emergenze del momento, mettendo in evidenza la necessità di animare le diverse comunità locali dei fedeli, affinché ognuna faccia la propria parte per accogliere e accompagnare le persone in difficoltà. Sempre partendo dai poveri “la Caritas svolge anche un’azione di advocacy, per poter dire la sua rispetto a nuove politiche che si potrebbero fare”.

Ascolta l’intervista al direttore nazionale della Caritas italiana

Attenzione alle periferie

Fra le nuove povertà al centro delle riflessioni del convegno c’è quella “sanitaria”. Don Marco Pagniello riferisce che, secondo i dati raccolti dalla Caritas, sempre più persone rinunciano alle cure sanitarie primarie, come quelle odontoiatriche, perché privi delle risorse economiche necessarie per rivolgersi al privato, dal momento che il sistema sanitario nazionale fatica a dare risposte in tempi certi. In particolare si vuole dare voce ai territori più dimenticati e problematici, “la scelta di svolgere il convegno in Campania non è casuale”, spiega ancora il direttore, “si parlerà della Terra dei fuochi ma anche del tema della grandi periferie. Partire da questi luoghi significa partire dai più poveri, costruendo anche con loro, perché nessuno è così povero da non poter mettere qualcosa a disposizione della comunità”.

Prossimità ai poveri con lo stile del Vangelo

Don Marco fa riferimento anche al tema delle aree interne, della custodia del Creato e del calo demografico. “Le culle vuole significano poca fiducia nel futuro, poca speranza – spiega il sacerdote a capo della Caritas italiana – la denatalità è una delle più grandi povertà del Paese ed è frutto non sono di cause economiche ma anche culturali, questa è una delle grandi sfide di Caritas”. Don Marco esorta quindi ad annunciare speranza e bellezza con lo stile del Vangelo che deve contraddistinguere Caritas rispetto alle altre realtà italiane che aiutano i poveri. La prossimità ai poveri viene quindi esercitata sempre portando il messaggio evangelico di salvezza e speranza: “Una speranza che siamo chiamati ad annunciare anche attraverso le nostre opere e vivendo le relazioni di fraternità”. “Custodire lo stile del Vangelo – prosegue Pagniello – deve contraddistinguere il nostro servizio, il nostro stesso mettersi al servizio del prossimo nasce dall’ascolto del Vangelo ed è una risposta alla Parola”. L’impegno di Caritas conduce quindi allo “sviluppo integrale della persona”: “Non è semplicemente filantropia – conclude il direttore della Caritas – è qualcosa di identitario con cui mettiamo in pratica il comandamento dell’amore”.