Lisa Zengarini – Città del Vaticano
Erano 2.618: politici, ufficiali dell’esercito, professori universitari e tanti religiosi, ortodossi ma anche cattolici: tutti condannati a morte il 1 febbraio 1945 (un centinaio giustiziati il giorno stesso) da una “Corte popolare” del nascente regime comunista bulgaro. Ed è in questa data simbolica che in Bulgaria si celebra ogni anno la “Giornata di riconoscimento e rispetto delle vittime dei totalitarismi ed in particolare del regime comunista”, istituita dal Governo bulgaro il 20 gennaio 2011.
Una giornata commemorata dalle autorità civili e dalla Chiesa ortodossa bulgara alla quale si è unito spiritualmente ieri da Roma il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, che ha presieduto nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, una Eucaristica votiva per i quattro Beati Martiri della Bulgaria, anch’essi vittime del regime comunista: il vescovo passionista di Nicopoli, monsignor Eugenio Bossilkov e i Padri Assunzionisti Pavel Dzidzov, Kamen Vichev e Josafat Scisckov condannati a morte e fucilati nel 1952 .
L’iniziativa, promossa a Roma dall’Ambasciata di Bulgaria presso la Santa Sede, si è svolta in collegamento streaming con il Paese visitato da Papa Francesco nel maggio del 2019, in occasione proprio del decimo anniversario dell’Istituzione della giornata commemorativa.
Il sangue dei martiri per il futuro del Paese
Nell’omelia il cardinale Sandri ha evidenziato il filo rosso che lega i quattro martiri cattolici alle altre vittime del regime comunista in Bulgaria: “Con il loro martirio – ha detto – hanno testimoniato che i cattolici, bizantini e latini, oggi come allora, sono e vogliono essere veramente figli della Bulgaria, cittadini esemplari che contribuiscono alla sua crescita e al bene comune, accanto ai fratelli della Chiesa Ortodossa, ai Musulmani, agli Ebrei e agli uomini e donne di buona volontà”. Il loro sangue, ha osservato , citando le parole del Beato Bossilkov, è stato la garanzia per “uno splendido futuro per la Chiesa in Bulgaria”. Ricordando il racconto del Vangelo sull’indemoniato di Gerasa, il cardinale Sandri ha quindi ammonito come questa eredità possa essere tenuta viva solo continuando a lasciarsi “trasformare ogni giorno sempre più a immagine di Cristo”. “Solo così – ha concluso – saremo capaci di rimanere vincitori di fronte alle antiche e nuove ideologie che anche nel mondo di oggi sfigurano il volto dell’altro trasformandolo da fratello in nemico, ergono muri, generano divisione, lasciando alla fine l’uomo più solo e il suo cuore più povero”.
Con il cardinale Sandri hanno concelebrato i Superiori Generali dei Passionisti e degli Assunzionisti, e circa una decina di sacerdoti. Erano inoltre presenti alcuni membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede. Il Rettore della Basilica, don Angelo Romano, all’inizio del rito ha portato il saluto ai presenti, dopo quello dell’Ambasciatore di Bulgaria presso la Santa Sede, Bogdan Patashev. In occasione della celebrazione, il Superiore Generale dei Passionisti ha portato in dono alla Basilica di San Bartolomeo, che già conserva le reliquie dei padri Pavel Dzidzov, Kamen Vichev e Josafat Scisckov, una reliquia del Beato Bossilkov. si tratta di una parte della camicia che i carcerieri restituirono alla sorella del presule, che andava a portargli il cibo in prigione, comunicandogli la morte del fratello.