Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un contributo essenziale alla società che va maggiormente riconosciuto: così la Conferenza episcopale belga definisce, nella relazione che accompagna il quarto Rapporto annuale della Chiesa, la mole di lavoro di cappellani e volontari negli ospedali e nei centri sanitari nell’anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato pandemia la diffusione di Covid-19. I 550 cappellani e i 4.584 volontari attivi – il cui servizio ammonta a 55.044 ore di volontariato al mese – hanno continuato a rimboccarsi le maniche nonostante le limitazioni imposte dal coronavirus e hanno pensato a nuove iniziative per tenersi in contatto con anziani, malati e famiglie in difficoltà o colpite da lutti.
Aumentati gli aiuti a livello locale
La Chiesa è stata particolarmente vicina ai poveri, ai senzatetto e ai più vulnerabili. È stato registrato un aumento del fabbisogno e l’Associazione San Vincenzo de’ Paoli – con le sue 300 sezioni locali e i suoi 5.800 volontari – ha rilevato la crescita di circa il 10% della domanda di aiuti alimentari. Da notare che le associazioni di beneficenza attive all’estero, come Entraide & Fraternité e Caritas international, hanno invece visto diminuire le loro entrate rispetto al 2019, mentre quelle impegnate a livello locale hanno avuto più introiti; ad esempio Azione Vivere Insieme ha ricevuto un 19% in più di donazioni e Caritas Secours ha sostenuto progetti per 1.064.429 euro, oltre il 35% in più rispetto al 2019.
Calo delle visite nei luoghi di pellegrinaggio e dell’ospitalità nei monasteri
Il documento, avvertono i vescovi, non offre un quadro esaustivo della realtà ecclesiale nazionale, poiché servizi di cappellania, comunità religiose, organismi solidali e movimenti laicali sono numerosi e disparate le loro iniziative, alcuni argomenti – come movimenti giovanili e accoglienza di profughi – non sono stati inclusi perché assai variegati e non è stata possibile una raccolta sistematica delle informazioni delle diocesi, data la loro diversa organizzazione circa il censimento delle attività. Le restrizioni e i lockdown del 2020 hanno ridotto del 57% i visitatori nei più importanti luoghi di pellegrinaggio, come Banneux, Beauraing, Scherpenheuvel, Oostakker, mentre hanno chiuso i battenti centri di accoglienza, ostelli nelle abbazie e nei chiostri e altre strutture di ospitalità e i pernottamenti sono calati del 62%.
Il buon esito dell’offerta multimediale
Nei periodi in cui le misure restrittive anti-Covid sono state allentate il numero dei partecipanti alle celebrazioni è stato molto variabile; molte prime comunioni, cresime e matrimoni sono stati rinviati; svariate diocesi e parrocchie si sono rivolte ai media digitali per offrire celebrazioni ai fedeli. Queste ultime iniziative hanno riscosso un grande successo e, ad esempio Cathobel, il sito web della Chiesa cattolica nel Belgio francofono, ha registrato 51mila visitatori mensili, con un picco di 81mila visitatori nell’aprile 2020. Il Rapporto annuale della Chiesa 2021 è stato redatto, su richiesta della Conferenza episcopale, da Stéphane Nicolas e Jeroen Moens, in collaborazione con il professor Wim Vandewiele (KU Leuven) e la professoressa Catherine Chevalier (UC Louvain). Del comitato direttivo posto sotto la supervisione di monsignor Herman Cosijns, segretario generale della Conferenza episcopale, fanno parte il gesuita Tommy Scholtes, Bernard Dufour, Bruno Spriet e Pieter Vandecasteele.