Alessandro Di Bussolo e Massimiliano Menichetti – Città del Vaticano
“Io penso che il Papa abbia voluto fare questi viaggi, e questo credo sia il quinto, in Paesi arabi o a maggioranza musulmana e dove si trovano cristiani, per proseguire nel cammino avviato con il Documento sottoscritto con lo sceicco di Al-Azhar ad Abu Dhabi, e con la sua Lettera Enciclica Fratelli tutti”. Così il cardinale libanese Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, che ha concelebrato nella Messa al Bahrein National Stadium di Riffa questa mattina, parla del significato di questo quinto pellegrinaggio di pace e dialogo di Francesco nei Paesi a maggioranza musulmana, dopo Emirati Arabi Uniti, Marocco, Iraq e Kazakhstan.
Non si parla di minoranza, ma di presenza
“Nella scia di questi documenti – precisa il patriarca – penso che il Santo Padre abbia voluto dare un impulso ancora più forte ad andare avanti, a vivere insieme nella nostra molteplicità. Non bisogna mai eliminare le molteplicità, perché non siamo mai uguali e dobbiamo vivere questa realtà”. Il Papa, conclude il cardinale libanese, “ha sempre sottolineato questo punto, e a noi cristiani che viviamo nel mondo arabo questo da’ il coraggio di rimanere e non guardare al nostro numero e dire ‘siamo minoranza’. No, non si parla di minoranza o maggioranza, si parla di una presenza: i cristiani sono chiamati a rendere la loro testimonianza a Cristo e ai loro valori cristiani nella società o dove vivono. Quindi si arricchiscono dei valori della società dove vivono e la società si arricchisce dei valori cristiani. Io leggo in questa chiave la visita del Papa in Bahrein”.