Il governo dello Stato del Plateau, nel centro del Paese africano, ha reso noto che almeno 160 civili sono stati assassinati in decine di incursioni avvenute in numerose località dell’area, che dista circa 200 chilometri dalla capitale Abuja
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Il primo comunicato era arrivato nella giornata di domenica 24 dicembre e parlava di 16 vittime nello Stato del Plateau, al centro della Nigeria. Lunedì 26 dicembre il bilancio è decuplicato: sono almeno 160 i morti causati da numerosi attacchi avvenuti in una ventina di località dell’area. A renderlo noto è il governo statale, che ha parlato di “banditi” che avrebbero attaccato almeno 20 centri abitati tra sabato sera e lunedì mattina, con attacchi descritti come “coordinati”.
Un’area di conflitto
Nel Plateau sono frequenti e costanti i conflitti tra le varie comunità che lo abitano e spesso le violenze coinvolgono pastori e agricoltori che si attaccano a vicenda, principalmente per dispute. I pastori sono in gran parte musulmani, mentre gli agricoltori sono prevalentemente cristiani, il che ha contribuito negli anni ad inquadrare queste violenze come motivate da ragioni etnico-religiose. Violenze alle quali contribuiscono anche gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura.
Centinaia i feriti
Il presidente della Coalizione delle nazionalità etniche dei giovani di Plateau, Paul Dakete, ha sottolineato che gli omicidi hanno trasformato quella che avrebbe dovuto essere una celebrazione festosa, il Natale, in un periodo di lutto e ha esortato le autorità a porre fine a tali attacchi perché “la follia deve finire”. “Le ostilità iniziate sabato sono continuate lunedì mattina – ha raccontato poi Monday Kassah, presidente del consiglio governativo di Bokkos, e “più di 300 persone sono rimaste ferite e trasferite negli ospedali di Bokkos, Jos e Barkin Ladi”.
Il bilancio potrebbe peggiorare
Ulteriori notizie giungono dall’ufficio nigeriano di Amnesty International che ha dichiarato ad Associated Press di aver finora confermato 140 morti nelle aree di Bokkos e Barkin-Ladi a maggioranza cristiana, sulla base dei dati compilati dai suoi operatori sul campo e da funzionari locali. Si teme che il bilancio si possa aggravare poiché alcune persone risultano disperse. Gli attacchi al momento non sono stati rivendicati.