Alina Tufani – Città del Vaticano
“Una situazione che suscita una profonda tristezza, ma che ci unisce nel chiedere a gran voce che il vaccino raggiunga tutti in Amazzonia e che la popolazione sia immunizzata per combattere la pandemia in modo completo e permanente”. Così si apre la nota pubblicata da REPAM Communications (Rete Ecclesiale Pan-amazzonica) nel suo ultimo rapporto settimanale sulla situazione pandemica nella regione.
Le cifre e i Paesi coinvolti
Le cifre ufficiali diffuse il 26 luglio, parlano di 100.037 morti e 3.500.761 persone infettate dal Covid-19 in Panamazonia, area che comprende i territori di Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Guyana francese, Perù, Suriname e Venezuela. Purtroppo, si presume che di vittime ce ne siano molte di più, date le difficoltà di accesso alle informazioni e alle modalità di registrazione e trasmissione dei dati di ciascuno dei Paesi coinvolti. I dati si riferiscono a partire dal 17 marzo 2020, quando si registrarono i primi 24 casi e il primo decesso.
Mancanza di assistenza sanitaria
La pandemia Covid-19 ha semplicemente reso ancora più visibile la mancanza di assistenza sanitaria che affligge la Regione. Situazione resa ancora più drammatica negli ultimi 16 mesi anche per la mancanza di di ossigeno, di materiale medico e di garanzie di base per la sicurezza alimentare della popolazione colpita.
Vaccini insufficienti e disinformazione
La nota del REPAM denuncia che il numero di persone immunizzate è ancora molto al di sotto delle aspettative. In particolare, sono state identificate due situazioni critiche: la mancanza di vaccini e la disinformazione.
L’insufficienza di vaccini per immunizzare la popolazione in Amazzonia mostra “la negligenza e la mancanza di serietà della maggior parte dei governi nazionali per affrontare la pandemia”. D’altra parte, c’è una proliferazione di “campagne di disinformazione”, che vanno dalla negazione della gravità della pandemia, a molte bugie e falsità diffuse dal fanatismo politico e religioso, afferma il REPAM, “e che si stanno diffondendo nelle comunità dell’Amazzonia, al punto che la gente si rifiuta di farsi vaccinare”.
Solidarietà e azione urgente
Nel quadro dell’Assemblea Mondiale per l’Amazzonia, dal febbraio 2021, i popoli amazzonici e le organizzazioni comunitarie hanno lanciato un “grido” che chiede solidarietà e azioni urgenti per affrontare l’emergenza sanitaria”: garanzie di accesso universale ai vaccini affidabili per la popolazione amazzonica, la cancellazione della proprietà intellettuale relativa ai brevetti per affrontare la crisi sanitaria globale del Covid-19, intensificare le cure mediche immediate e l’accesso alle medicine, così come l’istituzione di un reddito di base per le famiglie colpite dalla pandemia.
La campagna #VaccineAmazon
Di fronte a questa situazione, il REPAM chiede alle autorità di fornire e inviare vaccini per la popolazione amazzonica in tutti i paesi, e “di non ignorare le difficoltà e le grida, soprattutto dei più poveri e fragili”. A tal fine, la rete ecclesiale ha lanciato la campagna #VaccineAmazon, per invitare le persone a informasri e a vaccinarsi , motivando le loro comunità a compiere questo gesto concreto per il bene comune.