Alternative al carcere, la comunità luogo che cura il cuore dell’uomo

Vatican News

All’evento in Senato “Oltre il carcere: misure di comunità per una giustizia educativa” la testimonianza della Comunità Giovanni XXIII che da 20 anni sperimenta le Cec – comunità educanti con i carcerati – in cui sono state accolte e restituite alla vita oltre quattromila persone

Foto di gruppo tra educatori e ospiti

No ai bambini in carcere

La Comunità Giovanni XXIII ha lanciato un appello affinché percorsi di accoglienza e rieducanti fuori dal carcere siano offerti anche alle donne incinte detenute e alle ristrette che sono mamme e vivono negli istituti con bambini al di sotto di un anno d’età, anche se non tutte possono essere accolte, ad esempio se hanno una condanna superiore ai quattro anni: “Abbiamo una Cec femminile a Savignano dove in questo momento sono ospitate quattro mamme rom con i loro cinque bambini che vanno regolarmente a scuola – dichiara Pieri – ai bambini in carcere si deve dire sempre e comunque no”. Il responsabile delle Cec le definisce ospedali da campo prendendo in prestito le parole di Papa Francesco: “Le nostre comunità sono un luogo in cui ci si occupa del cuore ferito dell’uomo in cui il male cresce se non viene curato – conclude – mi piace pensare che io sono l’infermiere, ma il medico sta lì, nella cappella, ed è l’unico in grado di sradicare davvero il male dal nostro cuore”.