Con un vero plebiscito l’Algeria ha assegnato al presidente Tebboune un secondo mandato per la guida del Paese. Dato negativo, delle elezioni anticipate di sabato scorso, l’astensionismo: oltre il 50% degli aventi diritto al voto ha disertato le urne
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Un voto che conferma ampiamente le più rosee previsioni. Quasi il 95% dei votanti si è espressa a favore di Abdelmadjid Tebboune che succede, dunque, a se stesso alla guida dell’Algeria. Nulla da fare per Abdelali Hassani, candidato del fronte islamico, il cui staff denuncia manipolazioni del voto, e il socialista Youssef Aouchiche, che in due hanno raccolto poco più del 5% dei consensi.
Mezza Algeria non ha votato
Unico neo di questa elezione anticipata, secondo gli osservatori, è l’imponente assenza dalle urne di più della metà degli algerini, un dato comunque migliore rispetto alle consultazioni del 2019, nelle quali si era recato al voto circa il 40% degli aventi diritto. C’è chi parla di boicottaggio del voto dopo che il movimento popolare Hirak, che aveva contribuito a rovesciare il regime dell’ex presidente Abdelaziz Bouteflika, è stato messo da parte.
Migliorare l’assetto socio-economico
Il presidente Tebboune, tacciato di usare la politica del pugno duro con le opposizioni, continuerà ora a portare avanti il programma di miglioramento delle condizioni economiche del Paese magrebino, che fornisce gas e idrocarburi a mezza Europa, tuttavia gli mancherà quell’ampio sostegno popolare auspicato dal suo partito, il Fronte di Liberazione Nazionale, proprio a causa del forte astensionismo.