Gabriella Ceraso e Michele Raviart .- Città del Vaticano
Secondo giorno di Francesco in Slovacchia. Le principali testate giornalistiche – come riferisce da Bratislava il responsabile di Radio Vaticana – Vatican News Massimiliano Menichetti – mettono praticamente tutte in risalto il 34mo Viaggio apostolico del Papa che dopo la tappa a Budapest è giunto nella serata di ieri nella capitale slovacca.
L’accoglienza e il programma della giornata
L’accoglienza uffciale si è svolta all’aeroporto alla presenza della presidente Zuzana Čaputová con la quale Francesco ha avuto un breve colloquio prima di congedarsi per raggiungere la Nunziatura apostolica che in Slovacchia esiste dal 1993 per volere di Giovanni Paolo II. Qui Francesco all’incontro ecumenico, il primo nel Paese, ha guardato agli anni bui della persecuzione ateista ed alla forza della Chiesa di Cristo, chiamata oggi all’unità, alla testimonianza, alla fraternità e vicinanza a chi è bisognoso.
Tra poco il Santo Padre si trasferirà al Palazzo presidenziale per la cerimonia di benvenuto, dopo la visita alla presidente Kaputova. Ci sarà incontro con le autorità politiche e religiose, la società civile ed il corpo diplomatico. L’attesa è per un messaggio capace di scuotere il cuore dell’Europa. La mattinata si chiuderà nella Cattedrale di San Martino dove il Papa incontrerà i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i catechisti. Nel pomeriggio ci sarà la carezza agli ospiti del centro Betlemme dove le suore della carità assistono i senzatetto che qui trovano ascolto e conforto. Poi l’atteso incontro con la comunità ebraica slovacca che durante la seconda guerra mondiale subì atrocità e violenze. La giornata si chiuderà in nunziatura dove riceverà il presidente del Parlamento e il primo ministro.
L’attesa del popolo per un viaggio insperato
Riemersa dopo la caduta del comunismo come entità statuale nel 1993 – quando si separò dalla Repubblica Ceca con la quale dal 1918 costituiva la Cecoslovacchia – la Slovacchia fa parte dal 2004 dell’Unione Europea e dal 2009 dell’Eurozona. Ha una popolazione di 5 milioni e mezzo di abitanti, il 73% è di religione cattolica e il 4% greco-cattolica, mentre il 13,5% si dichiara ateo. Francesco è il secondo pontefice a recarsi nel Paese dopo San Giovanni Paolo II che lo aveva visitato nel 1990, nel 1995 e nel 2003.
“Il Papa trova una Slovacchia che ha bisogno di forza e speranza – racconta a Vatican News Maria Fabyrova Frisova, giornalista dell’Agenzia nazionale slovacca, già redattrice del programma slovacco di Radio Vaticana – una nazione piuttosto divisa sotto il profilo politico e sociale”. Spiega che per molti questo viaggio è una sorta di sorpresa. “È noto che il Santo Padre sceglie, in un certo senso, le periferie, ma secondo me pochi speravano che Papa Francesco visitasse la Slovacchia così presto. Purtroppo, l’intero Viaggio apostolico avviene in un momento in cui il numero di casi di Covid in Slovacchia sta aumentando”.
L’aiuto della Chiesa durante la pandemia
Dalla fine di agosto, infatti, sta rapidamente crescendo il numero dei contagiati – circa 400 al giorno – anche se siamo lontani dai picchi registrati nello scorso gennaio. Quasi 400mila coloro che sono risultati positivi al coronavirus dall’inizio della pandemia e oltre 13mila i morti. Un impatto molto duro per la popolazione alla quale la Caritas locale, il più grande fornitore non governativo di servizi assistenziali e sociali, ha dato sollievo materiale e spirituale. “Oltre ai servizi per anziani e giovani con disabilità, la carità della Chiesa è stata estremamente utile alle persone bisognose”, sottolinea ancora Frisova. “La Chiesa e i collaboratori negli organismi caritativi hanno aiutato, con l’acquisto e la consegna di cibo, soprattutto gli anziani per proteggerli dalla malattia. Certamente sono stati anche un rinforzo spirituale per loro, soprattutto per quelli che sono stati abbandonati e chiusi nelle case, senza i propri cari e i propri figli, molti dei quali magari vivevano all’estero e quindi non potevano viaggiare per andare a fare una visita, a causa della pandemia”.
La vicinanza al popolo ebraico
Dopo l’incontro con le autorità e con i vescovi e la Chiesa locale a Bratislava, il Papa rivolgerà un discorso alla Comunità ebraica del Paese, nella piazza simbolo delle sofferenze degli ebrei slovacchi nel Novecento – 105mila quelli che persero la vita durante l’Olocausto. “L’incontro con le Comunità ebraiche – spiega Frisova – avviene a pochi giorni dal 9 settembre, quando in Slovacchia si è commemorato l’anniversario degli 80 anni dall’adozione del cosiddetto Codice Ebraico, il provvedimento con cui gli ebrei persero ogni diritto alla libertà. La commemorazione della giornata è stata organizzata in diverse città. “Io personalmente ero a quella che si è svolta in una piccola città a Est dove c’era un sacerdote che simbolicamente ha chiesto perdono per tutti i torti subiti durante l’Olocausto. Così, l’incontro del Santo Padre con i rappresentanti della Comunità ebraica sarà un altro passo verso un cammino comune”.
Contro il razzismo verso i Rom
Domani pomeriggio, a Košice, Francesco incontrerà la comunità Rom, consistente nella Slovacchia orientale. “L’incontro con i Rom penso che potrebbe essere una grande spinta per queste persone”, osserva la giornalista, la quale spiega che molti sono i sacerdoti coinvolti nella loro cura pastorale. “L’incontro è un momento molto positivo soprattutto ora che anche in Slovacchia crescono manifestazioni di razzismo contro i Rom”, precisa.
L’attesa dei giovani
Il programma della giornata prevede poi l’incontro con i giovani allo Stadio Lokomotiv di Košice. “Molti giovani che conosco aspettano il Papa con grande entusiasmo”, ribadisce Frisova. “In molte comunità cristiane la presenza giovanile è molto vivace qui in Slovacchia, anche se il numeri dei credenti è molto diminuito negli ultimi anni. Molti di loro parteciperanno agli eventi come volontari – conclude – la Chiesa qui è molto viva. Ci sono tanti giovani che hanno pregato per questa visita e che non vedono l’ora di partecipare all’incontro con il Papa”.