Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Tra foto, strette di mano, battute sui problemi di salute legati al ginocchio, il Papa, durante i saluti a ognuno dei giornalisti che lo accompagnano nel viaggio in Kazakhstan, ha ricevuto un dono speciale. Un pagne, una stola, tipico indumento del Mozambico – dove viene chiamato capulana – ma anche di tanti popoli dell’Africa, soprattutto di quella subsahariana, che simboleggia la vita. Un dono speciale perché ricordo di chi invece la vita, proprio in terra mozambicana, l’ha persa: suor Maria Coppi, la religiosa comboniana uccisa durante il 7 settembre scorso, durante l’assalto alla missione di Chipene.
Simbolo della vita
A consegnare al Papa l’indumento, di colore nero con disegni bianchi, è stata la giornalista della emittente spagnola Radio Cope, Eva Fernández, che spesso durante i viaggi papali ha fatto da tramite per portare a Francesco regali significativi. Questa volta assieme alla capulana la corrispondente ha dato al Pontefice anche una nota in cui si spiega il significato della stola che, come si legge, si utilizza per avvolgere i bambini appena nati o per legarli alla schiena della madre, una volta cresciuti. “Appartiene alla donna, anche a quella più povera, perché con esso lei prende cura della vita, dall’inizio alla fine”. La capulana abbellisce pure il capo delle ragazze che si sposano e alle loro mamme viene espressa gratitudine per aver cresciuto le proprie figlie, regalandole proprio delle capulane ma di materiale lussuoso. Anche le liturgie sono abbellite di capulane, che nei diversi colori esprimono la fede dei popoli e il mistero della vita di Gesù. Quando qualcuno si ammala, viene coperto con questa stola e, quando muore, viene calato nella terra con la capulana.
Dono delle comboniane
Insomma, è più di un capo di vestiario, più di un paramento, il pagne. È la rappresentazione tessile della vita di un intero popolo e una intera nazione. Francesco è stato infatti molto colpito dal gesto di queste che ha definito “sorelle delle periferie”. Le suore in un comunicato spiegano di aver deciso di inviare, tramite Eva Fernández, tale dono al Pontefice “per presentare a Papa Francesco, la vita del popolo mozambicano che in questo momento ha bisogno di cura, di essere protetta con la capulana della preghiera, della giustizia, della prossimità, della solidarietà”. In tanti in Mozambico – dove dal 2017, specialmente nella zona di Cabo Delgado e nell’area circostante vari gruppi jihadisti e terroristici perpetrano violenze che hanno costretto quasi 800 mila persone alla fuga – hanno pianto infatti la scomparsa di suor Coppi e sono rimasti sconvolti dal brutale epilogo che ha posto fine a una vita di 83 anni, circa 60 dei quali dediti al servizio, svolto sempre “con amore” e incentrato soprattutto sulla formazione delle donne. “La sua testimonianza dia forza e coraggio ai cristiani e a tutto il popolo mozambicano”, ha detto il Papa nell’Angelus dell’11 settembre.
Una missione che va avanti, senza paura
“La morte della nostra consorella rigenererà la vita missionaria in Mozambico e nel mondo”, scrivono le comboniane. “Con immenso dolore per l’assassinio della nostra consorella, Maria De Coppi, e per l’attentato alla missione di Chipene (Mozambico) dello scorso 6 settembre, noi Suore Missionarie Comboniane desideriamo ribadire il nostro impegno a rimanere unite nella preghiera, nella solidarietà e nella Missione, proprio quando il lavoro si fa più duro. I passi dei missionari in questa terra non si fermano a causa della violenza. La morte della nostra consorella diventerà un seme che rigenererà la vita missionaria in Mozambico e nel mondo intero”.