Agire subito contro l’emergenza alimentare causata dal Covid

Vatican News

Alessandro Guarasci – Rimini

Il Covid a livello mondiale ha provocato anche una vera emergenza alimentare. La difficoltà negli spostamenti ha fatto arrivare soprattutto nei Paesi in via di sviluppo alimenti di sempre più bassa qualità. L’indice dei prezzi dei beni agricoli è aumentato del 30% rispetto allo stesso periodo del 2020. La malnutrizione si estesa ed è diventata la causa principale dei problemi di salute e di morte. La pandemia aumenterà il numero delle persone malnutrite a 130 milioni portando il numero complessivo a 800 milioni. Insomma, una vera emergenza mondiale, a cui bisogna porre rimedio, e di cui si è parlato al Meeting di Rimini

Sereni: la sicurezza alimentare non esca dall’agenda internazionale

Per il viceministro italiano agli Esteri Marina Sereni “la pandemia è stata sicuramente un aggravante, ha portato ad esacerbare tutte le contraddizioni che c’erano prima e una di queste è stata la crisi alimentare. In molti paesi, all’interno di molti paesi, compresi i paesi ricchi come il nostro, ci sono state difficoltà aggiuntive per quanto riguarda l’approvvigionamento al cibo. Proprio per questo abbiamo lanciato con la dichiarazione di Matera e poi anche al pre summit delle Nazioni Unite che si è tenuto a Roma, una chiamata all’azione della comunità internazionale. Il tema della sicurezza alimentare non esca dall’agenda internazionale e anzi abbia un nuovo rilancio”.

Ascolta l’intervista a Marina Sereni

L’emergenza alimentare legata alla pandemia ha avuto effetti pesanti anche in Occidente. Secondo un’indagine di ActionAid, in alcune aree dell’hinterland milanese il 76,85% degli intervistati ha dovuto saltare ripetutamente i pasti proprio per la mancanza di cibo. Per la maggior parte delle famiglie questo è accaduto più di dieci volte al mese, con punte di 20/30 episodi durante il lockdown.

Coldiretti: tutelare soprattutto le fasce più deboli

Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti “paradossalmente tutti dicono che bisogna produrre di più perché in termini demografici la popolazione a livello mondiale aumenterà. Ma noi oggi abbiamo più del 40% del cibo che viene prodotto che non arriva al consumatore, al cittadino. Serve quindi valorizzare e rafforzare le filiere. Ad esempio, la catena del freddo nella conservazione del prodotto può dare una risposta significativa e far sì che non ci sia spreco. E’ necessario iniziare a dare una risposta concreta alle popolazioni che oggi non possono avere una quantità corretta per avere una vita, diciamo così che sia degna, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni. Un altro paradosso è che in tanti paesi le fasce più deboli sono quelle dei bambini e dei ragazzi”. Prandini è altrettanto convinto che “l’agricoltura è il settore che più di altri può dare una risposta concreta ai temi di sostenibilità, di tutela del territorio, di salvaguardia del territorio stesso rispetto al fenomeno drammatico degli incendi, spesso legati ai cambiamenti climatici. Noi dobbiamo arrivare – conclude – a forma di certificazione per quanto riguarda ciò che avviene all’interno dell’impresa e creare anche un meccanismo perché ci sia una premialità per chi adempie a determinate regole”.

Ascolta l’intervista a Ettore Prandini