Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
A Kabul si torna a respirare il clima drammatico del terrorismo. L’ultima azione ha preso di mira la popolazione più giovane, gli studenti. Venticinque di loro hanno perso la vita in almeno tre esplosioni avvenute nelle vicinanze di alcune scuole della capitale. Il maggior numero delle vittime sarebbe stato causato da due deflagrazioni consecutive avvenute nelle immediate vicinanze dell’Istituto Superiore “Abdul Rahim Shahid, nella zona occidentale della città. Secondo prime ricostruzioni anonime, un attentatore suicida si sarebbe fatto esplodere nel complesso che ospita circa mille studenti. Nessuno sinora ha rivendicato la responsabilità dell’accaduto. L’area in passato è stata già presa di mira da attacchi messi a segno da un gruppo estremista affiliato al sedicente Stato islamico.
La popolazione allo stremo
Quello odierno è l’ennesimo episodio che testimonia lo stato di forte destabilizzazione in Afghanistan, Paese sempre più isolato dopo il ritorno al potere dei talebani nell’agosto del 2021, in cui, secondo dati Onu, oltre il 95% della popolazione è alla fame. Con l’attenzione del mondo rivolta alla guerra in Ucraina, in Afghanistan si sta consumando quasi nel silenzio una tragedia umanitaria che si aggrava di giorno in giorno. Dal Paese asiatico giungono testimonianze sconcertanti e terribili. Nelle zone più povere si arriva a nutrirsi di erba per sopravvivere e vincere la fame. Numerose sono poi le intossicazioni causate all’inalazione di fumi tossici, dato che spesso, per scaldarsi o cucinare, si danno alle fiamme materiali plastici in mancanza di legna da ardere.
Cresce l’amergenza sanitaria
Altro campanello d’allarme è che in Afghanistan si comincia a morire di malattie normalmente curabili, come il morbillo o la difterite. In questa situazione cresce sempre più il numero delle persone bisognose di assistenza umanitaria. La quasi totalità dei 40 milioni di abitanti non mangia a sufficienza e ha bisogno di aiuti urgenti. Secondo Human Rights Watch stiamo assistendo ad un’emergenza umanitaria senza precedenti, probabilmente la peggiore catastrofe degli ultimi trent’anni.