Abu Dhabi, scienza e fede insieme per affrontare il cambiamento climatico

Vatican News

In chiusura del Global Faith Leaders Summit, svoltosi negli Emirati Arabi Uniti, si è riaffermato che se studi e analisi possono fornire i dati empirici per gestire le modifiche del clima, le religioni possono motivare a tradurli in azioni grazie alla loro spinta etica

Christopher Wells – Abu Dhabi

Testa e cuore, religione e scienza e il loro rapporto sono stati gli argomenti della sessione conclusiva della due giorni del Global Faith Leaders Summit che si è chiusa ieri ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di diverse fedi religiose e dove è intervenuto anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. L’incontro di oggi si è svolto secondo le modalità del forum tradizionale in cui si è discusso, deliberato e sono state condivise le informazioni su questioni di interesse comune.

I relatori, in particolare, si sono concentrati sulle modalità di approccio di scienza e fede al cambiamento climatico: mentre la scienza può naturalmente fornire dati empirici, la religione può motivare azioni concrete per affrontare queste nuove sfide. Sotto la guida del direttore del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Iyad Abumaghli, i partecipanti hanno poi affrontato la necessità di conciliare una forte relazione tra credenze religiose e spirituali da un lato e scienza dall’altro, con l’obiettivo di costruire un mondo più sicuro e più sostenibile per tutti.  

In plenaria le donne protagoniste nella promozione della sostenibilità

L’esigenza di un approccio integrato al cambiamento climatico è stata sottolineata nel corso della discussione plenaria, in cui è stata evidenziata anche l’importanza di includere tutte le parti interessate nella questione. In particolare si è trattato il ruolo delle donne di fede nella promozione della sostenibilità ambientale e dell’uguaglianza e l’importanza di incoraggiare il dialogo tra i leader delle fedi e i giovani. Infine, il direttore del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha guidato una riflessione sulla necessità di un convinto coinvolgimento dei leader religiosi almeno fino al 2030: il loro ruolo sarà quello di esercitare la propria influenza e autorità morale sui credenti “aprendo la strada a un viaggio collettivo verso un obiettivo comune”.