Chiesa Cattolica – Italiana

Zuppi: non restare inerti di fronte alla guerra, lebbra terribile

Un appello a liberarsi “da pericolose polarizzazioni che nutrono lo scontro e a scegliere con convinzione, intelligenza e forza la pace”. Lo ha levato il presidente della CEI cardinale Matteo Maria Zuppi presiedendo questa sera la Messa nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco in Assisi dove i vescovi italiani sono riuniti per l’Assemblea Generale Straordinaria. La celebrazione è stata preceduta da una processione dopo il Vespro nella Basilica di Santa Chiara

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

“Una lebbra terribile, che consuma il corpo delle persone e dei popoli, ne fa perdere l’anima, tanto che non si è più capaci di amare, segnati dall’odio, dalle ferite della violenza”. È questo la guerra secondo il presidente della CEI ed arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi che così si è espresso nell’omelia della Messa per la pace celebrata questa sera nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco ad Assisi con i vescovi italiani, riuniti in questi giorni per la loro Assemblea Generale Straordinaria.

Dal porporato l’appello a liberarsi “da pericolose polarizzazioni che nutrono lo scontro e a scegliere con convinzione, intelligenza e forza l’unica parte che è quella della pace”.

Nel cantiere della pace non si resta a guardare

“Non si resta a guardare. L’odio produce solo odio e non darà mai sicurezza e pace”, ha detto il porporato facendo proprio il grido di Papa Francesco: “Si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini”.

“Nel cantiere della pace”, ha osservato Zuppi pensando a chi “è sprofondato nella notte terribile della violenza e della guerra”, c’è posto per tutti e ognuno, ognuno, ha il suo”. “Il Signore ci chiede di non restare inerti davanti alla violenza, di non di farci mai irretire dalla sua logica, ma di essere con convinzione artigiani di pace”. Infatti secondo l’arcivescovo di Bologna ciascuno deve con convinzione affermare che “niente è perduto con la pace”.

Il grido delle madri e la fede che trasforma

Occorre però liberarsi dall’orgoglio perché “tutto quello che abbiamo ci è donato e diventa nostro solo se ricordiamo che non è per noi. Solo chi ama possiede e trova sé stesso. Solo chi perde, trova. Solo chi serve ha il vero potere. Solo chi è umile, compie cose grandi. Solo chi è semplice sa capire ciò che è complicato”.

Con lo sguardo ai conflitti che coinvolgono milioni di persone in Terra Santa, Ucraina e altre parti del mondo, il presidente della Cei ha esortato a fare proprio il grido delle madri che, in Medio Oriente, Ucraina e in altri luoghi in guerra, piangono i figli. “La nostra pace non ci è data per vivere per noi stessi, ma per lavorare e ringraziare con la fede che trasforma le lance in falci e fa vivere insieme il lupo e l’agnello”, ha aggiunto.

Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi

“Il mondo è un enorme ospedale da campo” secondo Zuppi che citando la “Fratelli Tutti” ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi, sorto nello storico incontro del 1986: “Non c’è pace senza un amore appassionato per la pace. La pace – disse il Papa santo in quell’occasione – attende i suoi artefici. Allunghiamo le nostre mani verso i nostri fratelli e sorelle, per incoraggiarli a costruire la pace sui quattro pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà. La pace è una responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita quotidiana”.

Non c’è pace se il fratello è in guerra

Il presidente dei vescovi italiani ha indicato in San Francesco il modello dell’uomo di pace che “la dona a tanti intorno a lui”: “ci ricorda che l’impegno per la pace non è di qualcuno, non c’è mai la pace se il fratello è in guerra. Ogni cristiano ha una straordinaria forza di pace. Anche quando la sua parola sembra non generare nulla”. Da qui l’appello a difendere la Casa Comune per sia la casa di “Fratelli tutti”: “non è il sogno ingenuo! È l’appassionato e indomito sforzo per costruire pezzo per pezzo la pace”, ha concluso Zuppi.

I vespri e la processione per la pace

La Messa è stata preceduta dalla recita del Vespro presieduta nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi da monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo-Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e arcivescovo-Vescovo di Foligno, alla quale hanno preso parte i presuli italiani che in processione hanno poi raggiunto la Basilica intitolata al Poverello.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti