Zuppi: lavoriamo e preghiamo per la pace, la mia missione prosegue

Vatican News

Trovare la pace dentro sé e vincere tutto ciò che riempie di agitazione e divisione è la strada perché gli uomini possano raggiungere la concordia, ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana che questo pomeriggio, a Roma, nella basilica di Sant’Agostino, ha presieduto la Messa nella memoria liturgica del grande padre della Chiesa. E sulla missione affidatagli da Francesco spiega che si sta continuando con diversi contatti per un eventuale tappa a Pechino

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“Non esiste chi non voglia avere la pace”, scriveva Sant’Agostino ne La Città di Dio, “ma ognuno ne ha una definizione soggettiva e questo può generare conflitti”. Dunque gli uomini come possono raggiungere la concordia? “Gli uni per gli altri, perché è vero che c’è una pace che è anche soggettiva ma sempre Sant’Agostino diceva che tu devi trovare la pace dentro di te e vincere quindi tutto ciò che al contrario riempie di agitazione, divisione, che fa star male con te stesso e con gli altri”. A rispondere è a Vatican News il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, inviato speciale del Papa in Ucraina, Russia e Usa per quella che Francesco ha definito una “offensiva di pace”, volta a trovare soluzioni per il conflitto in Est Europa.

Il porporato ha celebrato oggi pomeriggio a Roma, nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, la Messa nella memoria liturgica del grande padre della Chiesa, e a margine, ci spiega come proseguirà questa missione voluta dal Pontefice che, come da lui stesso rivelato in una recente intervista, potrebbe proseguire a Pechino, in Cina.

Si lavora per mitigare le conseguenze della guerra

“Certamente questo è negli auspici – spiega Zuppi – si sta lavorando per questo e si sta continuando nello sforzo di mitigare le conseguenze della guerra, soprattutto dal punto di vista umanitario. C’è una collaborazione importante, speriamo che questo dia frutti. Si continua poi con i tanti contatti perché si creino le opportunità per capire qual è la via perché possa arrivare presto la pace”.

Essere operatori di pace partendo dalla pace in sé stessi

Dal cardinale anche un invito a ritornare alla esortazione evangelica di “essere operatori di pace”: essa, sottolinea, “comincia con il trovare la pace con sé stessi ma sempre anche con il prossimo, perciò vincere ogni motivo di divisione, a cominciare dalla distanza, dall’indifferenza, dal credersi di star bene quando l’altro sta male oppure senza l’altro”. Per Zuppi, “non c’è gioia senza la condivisione e non c’è pace senza la condivisione”.

Le chiese siano case dove si spezza il pane, non condomini

Nella sua omelia, il presidente della Cei ha invece sottolineato che il cristiano è chiamato ad essere fratello di coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola e anche dei più piccoli e dei più poveri, aggiungendo che non si può comprendere Sant’Agostino senza la comunità, senza considerare la sua scelta di vivere insieme ad alcuni fratelli. La sua prima lezione è quella della “fraternità”, ha detto, che “non è un galateo”. La comunità fraterna non è un condominio, ha proseguito il porporato avvertendo che a volte si rischia di vivere la Chiesa proprio così, come fosse un condominio, mentre invece “si tratta di rendere le nostre chiese case perché qui spezziamo il pane”. C’è il rischio che troppe strutture facciano perdere la comunione, ha avvertito il capo dei vescovi italiani, quell’essere “un cuor solo e un’anima sola” non è un andare all’ammasso ma coltivare l’unità.

L’Intelligenza Artificiale crea falsi bisogni

L’Intelligenza Artificiale crea falsi bisogni, falsi maestri, dipendenze vere e veri padroni, ha aggiunto il presidente Cei. Esistono “tanti maestri di questo mondo che pretendono di toglierci il sacrificio, seguendo i capricci”, ha detto Zuppi: “pensiamo al digitale, all’Intelligenza Artificiale: intercetta i nostri capricci e ci fa trovare subito i nostri maestri. Talmente tanti maestri che poi, alla fine, comandano loro. L’Intelligenza Artificiale fa si’ che chi pensa di comandare alla fine e’ il comandato”. Invece Agostino ha la chiave per dare risposta “alla profonda nostalgia di Dio che e’ in ogni uomo e in ogni donna”.