Il presidente della CEI è intervenuto alla televisione italiana, dove ha ribadito la condanna all’antisemitismo e la richiesta di un “cessate il fuoco” in Terra Santa. Rimarcata la distanza con il governo italiano sulle migrazioni, mentre si chiede di fare di più per le cure palliative e il fine vita
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Dobbiamo sempre cercare di vedere la pace, la guerra è sempre una sconfitta terribile. Ogni giorno in più è un giorno di angoscia. La pace è qualcosa che richiede molti esperimenti, molti tentativi, va cercata con ostinazione e siamo convinti che arriverà”, anche grazie alla comunità internazionale “che non può tenersi fuori”. Ad affermarlo è il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), intervenuto ieri, domenica 18 febbraio, alla trasmissione In mezz’ora sulla Rai.
L’auspicio che Israele accolga il cessate il fuoco
Il cardinale, riguardo alla guerra di Israele ad Hamas nella Striscia di Gaza, ha ribadito “la condanna forte e chiara” all’antisemitismo e agli attentati del 7 ottobre scorso, quando i jihadisti uccisero circa 1.200 cittadini israeliani. “Una violenza terribile che ha ucciso innocenti” ed “espressione di qualcosa che non possiamo accettare”. Riferendosi a quanto affermato nei giorni scorsi dal cardinale Pietro Parolin, Zuppi, ha sottolineato che Il Segretario di Stato “ha detto quello che stanno dicendo molti governi, ha detto ‘cessate il fuoco’”, perché “questa operazione non giustifica un numero di vittime grandissimo”. “Speriamo”, è l’auspicio, “che questo appello sia accolto da Israele e si cominci a guardare al futuro”. Sulla guerra in Ucraina, poi, ha precisato che continua il piano umanitario voluto da Papa Francesco. “I due nunzi, a Mosca e Kyiv sono sempre in contatto e aiutano il contatto tra le parti perché si possono avviare, e già sono stati avviati, i ricongiungimenti famigliari per il problema dei bambini che sono in Russia”.
Valutazione diversa tra Cei e governo italiano sulle migrazioni
Per quanto riguarda la situazione italiana il cardinale Zuppi si è soffermato sull’aumento cronico della povertà. “Abbiamo un quadro che non può non preoccuparci, di cui non possiamo non renderci conto”, ha aggiunto, “ci sono milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà” e ci deve essere l’attenzione e la solidarietà di tutti. Sulle migrazioni l’arcivescovo di Bologna ha constatato come tra Cei e governo italiano ci siano “valutazioni e preoccupazioni diverse” e che la Chiesa “può e deve farlo presente”. “L’unica parte che prende la Chiesa è quella della persona”, ha ribadito Zuppi, sottolineando il “dialogo importante continuo, costruttivo, con tutti i governi e anche con l’attuale governo”.
La sicurezza sul lavoro costa, ma il valore della vita è incalcolabile
Sul crollo del cantiere di Firenze, in cui sono morti cinque operai, Zuppi ha affermato che “la sicurezza costa, ma la vita ha un valore che non può mai essere calcolato”. “la rabbia deve diventare lucidità per evitare ipocrisie o discorsi retorici di facile morale”, ha detto. “Uno dei problemi più grossi sono i controlli” e “i ribassi significano inventarsi di tutto per ottenere l’appalto.
L’Italia deve fare di più sulle cure palliative
Infine, sul diritto alla vita, l’arcivescovo di Bologna ha detto c’è bisogno di “un grande rispetto” quando si affronta la questione del fine vita. “Quando parliamo del diritto alla vita c’è, per esempio, il diritto a non soffrire. Le cure palliative di permettono di combattere la sofferenza e non possono arrivare solo alla fine”, ma “richiedono un accompagnamento più lungo”. “Su questo”, ha concluso, “bisognerebbe fare molto di più perché il non soffrire permetterebbe di scegliere un po’ di più. Se so che non soffro e sarò accompagnato, sarò curato” e “che qualcuno mi eviterà di essere travolto dal dolore e mi accompagnerà con la sedazione”. In questo senso, “c’è una sentenza della Corte, in Parlamento tutti sono d’accordo che trovare soluzioni regionali porterebbe anche a qualche situazione inaccettabile. Accompagneremo con grande rispetto i lavori del Parlamento”.