Conferenza stampa di presentazione, nella Sala stampa della Santa Sede, del Mesasggio del Papa per la 60ma Giornata di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica 30 aprile. Monsignor Renna: in Europa siamo un po’ in sofferenza; pastorale giovanile e pastorale vocazionale devono integrarsi di più
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Sebbene il Vecchio continente soffra di calo delle vocazioni sacerdotali, ci sono altre regioni nel mondo dove invece si assiste a una crescita: in particolare in Africa, in Asia e in alcune regioni dell’America Latina, soprattutto in Brasile. La sfida è saldare la pastorale giovanile con quella vocazionale per sperare in una fioritura maggiore, che già si apprezza tuttavia, in modo quasi sorprendente, tra i nativi, per esempio. È il dato emerso stamattina, in Sala Stampa vaticana, nella conferenza stampa di presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 60.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni “Vocazione: grazia e missione”, che si celebra domenica 30 aprile prossimo.
C’è bisogno di una Chiesa accogliente che accompagni
È il cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il Clero, ad aprire gli interventi constatando che l’istituzione della Giornata di preghiera per le vocazioni fu una profetica intuizione di San Paolo VI, in pieno Concilio Vaticano II. Il porporato parla della necessità che, nella diversità e varietà dei suoi carismi, la comunità cristiana diventi “un luogo accogliente e ospitale, che non esclude mai, che non ostacola la fantasia dello Spirito, ma che aiuta tutti a scoprire la propria vocazione. Un compito – precisa – che richiede l’impegno dei laici e dei pastori”. Il capo dicastero sottolinea l’esigenza, oggi più che mai, di una “Chiesa che accompagna, che tiene per mano, che si fa vicina al cammino di ogni persona”. Alla domanda di un giornalista su come sia cambiata la figura del sacerdote con Francesco, il cardinale risponde semplicemente ricordando la visita del Papa in Corea, nel suo Paese: là ebbe modo di osservare da vicino la ‘normalità’ del prete incarnata dalla figura di Bergoglio. Questa è la sintesi: un modello di sacerdote che non crea disagio, lascia intendere il cardinale Lazzaro You.
Crescita delle vocazioni in Africa e Asia, fioriscono tra i nativi
Monsignor Andrés Gabriel Ferrada Moreira, segretario del Dicastero per il Clero, evidenzia due aspetti del Messaggio del Papa. Innanzitutto, il riferimento esplicito che il Pontefice fa alla propria esperienza personale risalente in un giorno preciso (21 settembre 1953) quando sentì forte il desiderio di andarsi a confessare: da lì cominciò una vita di adesione a una chiamata sacerdotale che ha avuto il percorso che si conosce, da lì è partita una impronta che, tuttavia, non si esaurisce in un momento, è una grazia che perdura. L’altra constatazione è che il tema “Vocazione: grazia e missione” che ha ispirato il messaggio deriva dall’omonimo tema che fu scelto dalla Conferenza episcopale brasiliana per il proprio cammino triennale: l’anno scorso, in occasione della visita ad Limina dei vescovi, Francesco ne fu colpito e lo elesse per questa Giornata. Rispondendo a una domanda di un giornalista sui luoghi nel mondo dove le vocazioni sacerdotali sono in crescita, monsignor Moreira ha precisato che in Africa e in Asia, in alcune regioni del Brasile e del Centroamerica le vocazioni in effetti sono in aumento. A questo proposito, è stato monsignor Simone Renna, sottosegretario del medesimo Dicastero, a precisare che l’Europa è invece un po’ in sofferenza. Ha inoltre affermato che “iniziano a fiorire le vocazioni dei nativi”, proprio laddove una volta si recavano i missionari a evangelizzare, adesso si hanno i frutti di quell’opera. “Si riscontra una certa difficoltà nei nostri Paesi a portare avanti una pastorale giovanile adeguata, questo si ripecuote anche sulla nascita delle vocazioni”.
Corresponsabilità sacerdoti, religiosi, laici
Monsignor Renna offre alcuni suggerimenti su come il messaggio potrebbe essere valorizzato: per una Veglia vocazionale di preghiera, “nella quale si manifesti la sinfonia delle diverse vocazioni, che devono essere tutte coltivate ricordando la loro reciproca relazione e dipendenza”, nei gruppi di catechismo dell’iniziazione cristiana, nei gruppi giovanili, in quelli di chi si prepara alle nozze e delle famiglie come anche nei seminari. “La diffusione, infine, potrebbe avvenire anche attraverso i siti internet e i canali social delle comunità cristiane”, dice indicando che “sarebbe opportuno dare rilievo al messaggio durante le celebrazioni eucaristiche, facendo riferimento alle parole del Santo Padre durante l’omelia”. L’officiale del Dicastero, Eamonn Mclaughlin, dal canto suo, spiega che in ogni parrocchia sarebbe opportuno individuare una persona (sacerdote, religioso o laico) o un gruppo dei fedeli, responsabile per la promozione della pastorale vocazionale. Auspica che vengano istituiti e promossi nelle singole diocesi, Regioni e Paesi i Centri per le Vocazioni, chiamati a promuovere costantemente la pastorale vocazionale. E invita tutti, in quanto battezzati, non solo a collaborare, ma a essere corresponsabili di questa specifica iniziativa della Chiesa.