Violenza sulle donne, Paglia: manca il senso del limite, la Chiesa deve insegnare l’arte di prendersi cura

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Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita questo pomeriggio è intervenuto a Roma al convegno “Un diritto negato”, che si è svolto alla Camera dei Deputati e organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Occorre educare ai sentimenti, alle emozioni e alla capacità di gestirle, assecondarle o frenarle

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

È urgente aiutarsi “a ricostruire legami rispettandosi a vicenda”, serve “una profonda educazione ai sentimenti, alle emozioni e alla capacità di gestirle, assecondarle o frenarle” e bisogna riconoscere pari dignità alla donna: lo ha detto monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che questo pomeriggio è intervenuto a Roma al convegno “Un diritto negato”, svoltosi nella Sala della Regina della Camera dei Deputati e organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre domani, 25 novembre. Il presule ha evidenziato che oggi “la progressiva perdita del senso del trascendente” e “del riferimento a Dio” sta portando “alla fallace illusione del mondo virtuale”, dove “tutto può – e deve – essere conquistato immediatamente”, e che si sta verificando “l’eclissi del senso del limite”, e “un mondo che non conosce limiti, ‘bordi’, confini, è pericoloso”. “La nostra società nevrotica, accecata dalla furia del caos e del disordine, fa diventare incapaci di fermarsi” ha osservato monsignor Paglia, aggiungendo che “noi viviamo di amore, di voler bene e di essere voluti bene”, ma che “di amore si muore quando si trasforma nel suo contrario”.

Accettare il valore dei limiti

Per il presidente della Pontificia Accademia per la Vita “bisogna educare ed educarsi ad accettare il valore dei limiti nelle relazioni umane” e inoltre occorre “tornare a dare dignità alla parola e all’arte del confronto, del dialogo e della conversazione”. Oggi la parola, “è spesso svilita: diventa facilmente sfogo e giudizio impietoso, gogna pubblica, calunnia, bestemmia, offesa gratuita e insulto. Oppure annega dal vortice macabro di immagini e video che scorrono nevroticamente sui social”, ha fatto notare il presule, e invece “può essere prezioso strumento per creare un ponte con l’altro”. “Non a caso il cristianesimo si fonda sulla Parola, sul Logos: Dio è Parola, che si dona, si propone, non costringe, invita non obbliga”. A proposito del rapporto tra uomo e donna, monsignor Paglia ha sottolineato che le sopraffazioni maschili scaturiscono “dalla debolezza e dalla fragilità dei maschi che, sentendosi impotenti e impauriti per essere sopravanzati affettivamente e socialmente dalle donne, reagiscono con rabbia e odio”, per questo “è urgente un nuovo impegno educativo”.

L’arte di prendersi cura

Il presule ha anche richiamato le parole di Papa Francesco rivolte ad oltre 20mila fidanzati il 14 febbraio del 2014: “Il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito”. E quanto alla Chiesa, ha detto che la sua missione principale dovrà essere quella di “introdurre all’arte di prendersi cura, di relazioni rispettose della dignità della persona”. “L’antidoto più efficace alla violenza è accompagnare verso il suo esatto opposto: aiutare per far crescere, imparare la misericordia del cuore, della mente e delle mani – ha proseguito -. Il contrario della cieca violenza che elimina ciò che non sa capire, che non vuole comprendere, che non parla e non ascolta, che non sa entrare in dialogo”. C’è una “vocazione ad una rinnovata virilità di servizio” che tanti uomini devono scoprire, ha detto infine monsignor Paglia, “perché con amore e delicatezza sostengano le donne, le famiglie e rappresentino il modello di buoni padri moderni, ottimi sposi”.