Vicinanza del Papa alle persone vittime della violenza nel sud della Colombia

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Papa Francesco condanna gli “episodi di violenza e manifesta la sua vicinanza alle persone che vivono in mezzo a tanta sofferenza” nella regione del Pacifico sud-occidentale della Colombia. È quanto scrive il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in un telegramma indirizzato al presidente della Conferenza episcopale colombiana, monsignor Oscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio. Nel documento ricorda anche “l’impegno di vescovi, sacerdoti, religiosi e laici nella ricerca incessante di costruire vincoli di pace nell’intera regione”.

Attentati e violenze

In quest’ultimo periodo si sono registrati nella parte meridionale del Paese diversi episodi di violenza. Lo scorso 26 marzo, decine di persone sono rimaste ferite a Corinto, nel dipartimento sud-occidentale colombiano del Cauca. Un’autobomba è esplosa di fronte al municipio, in uno dei luoghi simbolo della comunità indigena in Colombia. Nella zona, che nei decenni scorsi è stata una roccaforte delle Farc, sono operativi gruppi armati e bande legate ai cartelli del narcotraffico. Corinto, come il comune confinante, Toribío, sono municipi storicamente guidati dagli indigeni. A Toribío fu ucciso nel 1984 padre Álvaro Ulque, il primo sacerdote indigeno della Colombia. A continuare la sua opera sono stati i missionari della Consolata. Un rapporto, presentato recentemente dal Tavolo ecumenico per la pace e da altre organizzazioni, documenta le violenze subita per decenni dalle organizzazioni ecclesiali che si sono battute a fianco dei gruppi più poveri.