Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Nell’undicesima stazione porteranno la croce due sposi. Vito Sidoti, 61 anni, è un autore televisivo. Rita Pantani è assistente sociale del Ministero di Giustizia. La loro famiglia è nata nella comunità di Comunione e Liberazione, dove i due coniugi si sono conosciuti da ragazzi. Dal loro amore sono nati tre figli. Caterina è sposata e ha tre figli. Andrea, 33 anni, sacerdote dal 2020 nella Fraternità missionaria Sacerdotale di San Carlo Borromeo. Benedetta, 29 anni (adesso Suor Agata) è monaca di clausura nel convento delle Trappiste di Vitorchiano. “Non ci aspettavamo – sottolineano – che prima Andrea e poi Benedetta facessero questa scelta. “Siamo rimasti sorpresi. Uno stupore che continua”. Vito Sidoti sottolinea che “il Signore vuole bene al destino di ogni uomo”.
Vito sei sposato con Rita. Dal vostro amore sono nati tre figli: Andrea, Benedetta e Caterina.
Abbiamo anche avuto nella vita anche un angelo per una gravidanza non andata bene e interrotta prematuramente. Anche quella vita ci ha insegnato tanto quanto gli altri figli.
E la vita vi ha insegnato anche ad accogliere scelte importanti come quelle che hanno fatto Andrea, diventato sacerdote, e Benedetta, oggi monaca di clausura.
Scelte totalmente inaspettate. Avevamo visto che Andrea aveva vari amici e avevamo anche pensato che le sue attenzioni fossero rivolte in particolare verso una amica. Invece magari condivideva il percorso della sua vita. Ad un certo punto ci ha detto che sarebbe entrato in seminario. Non abbiamo vissuto un percorso di preparazione, ma solo la sua decisione.
E per quanto riguarda la vocazione di Benedetta?
Benedetta lavorava, si è laureata a pieni voti. Ha scelto il corso di laurea in Medicina. Diceva che non voleva curare, ma accudire i pazienti. Ad un certo punto ci comunica la decisione di voler entrare in clausura. Io sono rimasto stupito e all’inizio abbiamo avuto uno smarrimento diverso. Convinti però che stava facendo una cosa bella. Io vedo i miei figli oggi e l’immagine precedente è quella di loro appena nati. Il film della loro vita è come se si fosse avvolto in un attimo.
E davanti al film delle loro vite questo stupore continua…
Se guardo i miei figli, tutti e tre, vedo che noi non abbiamo fatto nulla. Di questo siamo certi. Non abbiamo impedito a Dio di manifestarsi. Poi per il resto tutto è accaduto. Abbiamo desiderato che loro avessero una vita bella come la abbiamo avuta noi. E che potesse essere una vita riscaldata dal vedere Dio che agisce nel mondo, nella storia e nelle nostre vite. E così è accaduto.
Dunque un amore che si riverbera nella vite di Andrea, sacerdote, di Benedetta, monaca di clausura, e di Caterina, che ha tre figli…
Una cosa di cui abbiamo parlato diverse volte con mia moglie è questa: i figli sono stati partoriti diverse volte. La scelta religiosa di Andrea e Benedetta è stata un ‘parto’ perché partivano di nuovo per il loro destino. Ed anche la vita di Caterina è stata così: l’ultimo parto è quando ha deciso di trasferirsi in una città lontana.
Essere genitori vuol dire anche questo: essere vicini alle scelte dei figli. Accompagnare i loro passi come Gesù sulla croce è vicino ad ogni uomo…
Quando una persona dice che è una famiglia fortunata perché è ricca, o perché i figli sono religiosi, o perché può andare in vacanza alle Bahamas. Ognuno può usare qualsiasi criterio… Per me una famiglia bella è l‘amore che Dio vuole ad ogni persona. Io ho sperimentato nella mia vita che Dio veramente mi vuole bene. Il Signore vuole bene al destino di ogni uomo. Questa è l’esperienza della mi vita, l’esperienza che vedo riflessa nei miei figli.