Venezuela, gli Stati Uniti riconoscono la vittoria di Gonzalez Urrutia

Vatican News

Le parole di Washington arrivano dopo quelle di altre nazioni, tra cui il Perù. Dura la replica di Maduro: “Fuori il naso dal mio Paese”. Migliaia gli arresti nelle manifestazioni, la Corte suprema di giustizia ha convocato per oggi i candidati presidenziali

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

“Date le prove schiaccianti, è chiaro agli Stati Uniti e, soprattutto, al popolo venezuelano che Edmundo Gonzalez Urrutia ha avuto il maggior numero di voti nelle elezioni presidenziali venezuelane del 28 luglio”. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, nonostante il Consiglio elettorale venezuelano abbia dichiarato Maduro vincitore delle elezioni, risultato contestato da Gonzalez e dalla leader dell’opposizione Maria Corina Machado, secondo i quali avrebbero loro ottenuto più di due terzi dei voti totali.

La risposta di Maduro 

Immediata la replica di Nicolas Maduro, che ha esortato gli Stati Uniti a “mettere il naso” fuori dal Paese caraibico. “Gli Stati Uniti  – sono state le sue parole, trasmesse dalla Tv di Stato – dovrebbero togliere il naso dal Venezuela perché è il popolo sovrano che governa in Venezuela, che sceglie, che dice, che decide”.

Diplomatici espulsi

Il Perù, già due giorni fa, era stato tra i primi Paesi a riconoscere la vittoria del leader dell’opposizione. Alta tensione anche con Buenos Aires, dopo l’espulsione dal Venezuela del personale dell’ambasciata argentina. La Corte suprema di giustizia del Venezuela ha intanto convocato per oggi, venerdì 2 agosto, i dieci candidati presidenziali. Potrebbero così trovarsi faccia a faccia Maduro e González Urrutia.

Le manifestazioni

Un gruppo di otto organizzazioni non governative di difesa dei diritti umani ha intanto denunciato la repressione da parte delle forze di sicurezza governative nel corso delle proteste esplose nel Paese dopo la rielezione di Maduro. “Chiediamo alle autorità di astenersi dal criminalizzare la protesta e di rispettare pienamente le norme internazionali sull’uso della forza” garantendo “il rispetto e la garanzia del diritto alla libertà di espressione, di assemblea pacifica e protesta” è quanto si legge nel documento, mentre nel Paese si contano decine di vittime tra morti e feriti e migliaia di arresti.

Bandiere in segno di protesta

La leader dell’opposizione venezuelana María Corina Machado ha indetto per domani, sabato 3 agosto, manifestazioni in “tutte le città” del Paese, per protestare contro i presunti brogli elettorali, chiedendo di issare la bandiera venezuelana in segno di malcontento.