Vaticano, anteprima mondiale del film “The Letter”: nuovo appello per la Casa comune

Vatican News

Vatican News

Si è svolta ieri sera, in Aula Nuova del Sinodo, la prima mondiale del film The Letter: A message for our earth, docufilm sul potere dell’umanità di fermare la crisi ecologica che vede anche la partecipazione di Papa Francesco. Presenti i cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, e Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, oltre a rappresentanti della comunità scientifica, ambasciatori e giornalisti.

Evento alla Casina Pio IV

La proiezione del documentario, prodotto da “Off The Fence Productions”, già premio Oscar, e presentato da YouTube Originals, si è svolta il 4 ottobre festa di San Francesco d’Assisi, giorno che ha segnato anche l’ingresso ufficiale della Santa Sede nella Convenzione Onu sui cambiamenti climatici e nell’Accordo di Parigi. L’annuncio di questo passo importante per la Santa Sede è stato dato in un incontro di alto livello alla Casina Pio IV, sede delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, dove hanno partecipato cardinali, ministri esteri e rappresentanti delle Nazioni Unite.

Parolin: affidare le sfide del clima a San Francesco

Il Segretario di Stato ha ricordato questo evento volto a discutere su come accelerare l’attuazione dell’Accordo di Parigi, considerando l’allarme degli esperti che stimano che entro il 2050 circa 1,2 miliardi di persone saranno sfollate a livello globale a causa dei cambiamenti climatici.

Parolin ha invitato ad affidare questa sfida globale a San Francesco, lanciando un appello per la protezione della Casa comune attraverso azioni concrete, il dialogo e la collaborazione, soprattutto a causa del declino del multilateralismo: “Affidiamo a Lui tutti i nostri buoni propositi per un futuro – non troppo lontano – più in linea con il suo insegnamento e il suo esempio”, ha detto il cardinale. “Abbiamo bisogno di promuovere e incoraggiare la cooperazione internazionale ora più che mai, soprattutto in un momento in cui il multilateralismo è in pericolo e questioni come il cambiamento climatico e la promozione dell’ecologia integrale rischiano di essere messe in ombra dalla nostra incapacità di cercare un dialogo e un consenso autentici”.

Pregare per l’ambiente

La segretaria del Dicastero vaticano per la Promozione dello Sviluppo Umano integrale, suor Alessandra Smerilli, esperta economista, si è poi rivolta ai presenti, ricordando in modo particolare la preghiera del Papa di custodire adeguatamente il pianeta alla luce dell’enciclica sociale Laudato si’. Enciclica che il docufilm, ha ricordato Tomás Insua, direttore esecutivo del Movimento Laudato Si’ e consulente del Dicastero per la Comunicazione, ha voluto celebrare.  È ancora più urgente reagire alla crisi ecologica che, ha detto Insua, provoca sempre nuove catastrofi climatiche in tutto il mondo. Da parte sua Nicolas Brown, regista di The Letter, vincitore di quattro Emmy, due Bafta ed oltre 50 premi di festival, ha raccontato la sua esperienza nel dare vita al film.

La testimonianza di un rifugiato climatico 

Arouna Kandé, uno dei protagonisti del documentario, si è rivolto ai presenti in francese, spiegando l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi. In giovane età, Arouna è stato costretto a lasciare il suo villaggio natale in Senegal a causa della desertificazione. Ha raccontato di scuole sono spazzate via dall’acqua e di centinaia di ragazzi che non avevano un posto asciutto dove dormire, costretti a dormire per giorni in piedi. Il ragazzo si è trasferito in una città costiera, dove il livello del mare si sta innalzando. Arouna non si è arreso: ora è uno studente universitario e sta sviluppando una nuova Ong per guidare la prossima era dello sviluppo sostenibile nel suo Paese.

Arouna è quindi testimone delle migliaia di persone che hanno esperienza diretta della crisi climatica e che possiedono le conoscenze necessarie per risolverla. “Il cambiamento climatico – ha detto – rappresenta la più grande sfida che l’umanità ha dovuto affrontare negli ultimi decenni. Ne so qualcosa perché sono un rifugiato climatico. Oggi dobbiamo accettare di non far pagare alle generazioni future errori di cui non sono responsabili”. Sempre il giovane senegalese ha riportato

Gli abusi dell’Amazzonia

Sulla scia del Sinodo voluto da Papa Francesco sulla Regione Pan-Amazzonica, il film riporta la testimonianza del capo cacique Dada, il quale eleva all’attenzione del mondo lo sfruttamento e la devastazione della regione, e ricorda come gli indigeni siano coloro che proteggono circa l’80% della biodiversità mondiale.

La corsa contro il tempo per la fauna marina

Hanno preso la parola anche i coniugi americani, il dottor Greg Asner e la dottoressa Robin Martin, biologi marini, che hanno lanciato il monito sulle sofferenze della fauna marina e raccontato i loro sforzi per la protezione dei coralli. “Sono essenzialmente una corsa contro il tempo”, hanno detto. Se le temperature aumenteranno anche di poco, il 99% delle barriere coralline sarà a rischio significativo, hanno detto i coniugi. In particolare il dottor Asner ha condiviso la speranza che il film possa avere un impatto positivo: “La crisi climatica non può essere risolta dalla tecnologia. Richiede tutti voi. Abbiamo bisogno di voi”.

Bambini e giovani, i più colpiti

L’intervento successivo è stato affidato a Ridhima Pandey, liceale indiana di 14 anni, che ha partecipato a manifestazioni per chiedere conto ai governi della loro inazione in materia di clima. Ha fondato una Ong per aiutare le giovani donne a diventare attiviste per il clima e ha messo in pausa gli esami scolastici per poter essere presente. Ridhima si è lamentata di come le giovani e future generazioni saranno quelle che soffriranno per l’abuso della terra e l’incuria a livello mondiale. “La nostra generazione – i giovani – è e sarà la più vulnerabile”. Lei personalmente ha degli “incubi” dopo aver visto tutto quello che ha visto in India.

In effetti, il film mostra gli “incubi” individuali, immaginati o vissuti, di ciascuno dei protagonisti, che hanno assistito agli effetti del cambiamento climatico sulla loro realtà. Il film offre testimonianze agghiaccianti di territori, grandi come intere nazioni, distrutti, inondati o bruciati a causa di catastrofi climatiche.

La necessità di narrazione per ispirare l’azione

E se Margaret Burress, responsabile di YouTube Originals, ha auspicato che possano esserci più progetti come questo del docufilm in modo da raccontare storie importanti, Lorna Gold, altra protagonista di The Letter nonché presidente del Consiglio di amministrazione del Movimento Laudato si’, ha sottolineato la necessità di condividere narrazioni e storie per ispirare e motivare all’azione. “Prima di tutto – ha affermato – dobbiamo spezzarci il cuore, vedendo cosa sta realmente accadendo, per poterci alzare e reagire. Dobbiamo proteggere la terra per renderla sicura per i nostri figli e le generazioni future”.

A conclusione dell’evento, le parole dell’ambasciatore australiano presso la Santa Sede, Chiara Porro, che ha descritto The Letter come “un documentario incredibilmente commovente sull’appello di Papa Francesco ad agire per i cambiamenti climatici”.